Salvate il soldato Palermo

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Salvate il soldato Palermo

Nella vita ci sono solo due certezze, diceva Benjamin Franklin: la morte e le tasse. Da qualche anno a queste certezze se ne è aggiunta un’altra: il carosello di allenatori al Palermo.

E questa certezza si è concretizzata, a mo’ di miracolo di san Gennaro, anche questa stagione: dopo due giornate di campionato si è dimesso Davide Ballardini e dalla terza alla 14a giornata è stato il turno di Roberto de Zerbi. Il tecnico bresciano, ex Foggia, è resistito fino alla sconfitta casalinga contro la Lazio del 27 novembre scorso, per poi fare spazio ad Eugenio Corini, ex giocatore rosanero tra il 2003 ed il 2007. Nonostante il tecnico di Bagnolo Mella ce l’abbia messa tutta,non ce l’ha fatta neanche lui: dimissioni dopo quattro punti conquistati (una vittoria, un pareggio) in appena sette partite. Zamparini da ieri mattina (anche se praticamente da domenica pomeriggio dopo la sconfitta interna contro l’Inter) si è trovato nella posizione di trovare un nuovo tecnico. L’erede di Corini sarà il quarto allenatore stagionale in un campionato che pare già compromesso al 25 gennaio (anche se con davanti a sé ancora 51 punti a disposizione) e che vede i siciliani scivolare sempre più verso la Lega B.

Anche questa stagione, il buon Maurizio Zamparini si è confermato quello che è: un “mangia-allenatori” fatto e finito. Un vizio più che una necessità: da quando è il presidente dei rosanero (estate 2002), ha favorito 42 cambi tecnici chiamando alla guida tecnica della squadra ventisette uomini diversi. E se contiamo anche l’esperienza con il Venezia (1987-2002), i cambi totali sono sessantatre. In pratica: chi allena una squadra di Zamparini ha dal primo giorno di ritiro/allenamento una spada di Damocle (anzi, di Maurizio) sulla testa che può condizionare il corso della stagione. Togliamo pure il condizionale: che condiziona il corso della stagione.

Chi paga le conseguenze sono i giocatori e soprattutto i tifosi. Il mercato in entrata dei rosanero in queste ultime tre stagioni (dal ritorno in massima serie), è stato fatto con giocatori sconosciuti, promesse non mantenute e qualche giocatore che ha dato un po’ di quid rispetto agli altri. E del resto, mettiamoci nei panni di un qualsiasi giocatore accostato alla squadra siciliana: “Ringrazio e vado avanti”, ci verrebbe da dire. A parte Luca Rigoni, Robin Quaison, Oscar Hiljemark e Ilija Nestorovski, le campagne di rafforzamento sono state molto scarse, mentre le alcune cessioni sono state eccellenti (Kyle Lafferty, Abel Hernandez, Andrea Belotti, Paulo Dybala, Franco Vazquez).

E anche i tifosi sono stanchi di questa situazione: ogni anno esoneri e dimissioni, una squadra che lotta per non retrocedere e che si salva alle ultime giornate, giocatori che deludono e squadre avversarie che al “Barbera” si portano a casa la posta in palio. E pensare che tra il 2005 ed il 2010, i rosanero erano un abitué della Coppa Uefa/Europa Leauge.

Ma per portare a termine il campionato (e salvarsi) ora serve un tecnico che abbia voglia di mettersi in gioco e cercare di fare il meglio possibile.

In “stile Inter”, Zamparini ha detto di aver fatto dei provini e i tre in lizza per succedere a Corini sono stati Davide Ballardini, Diego Bortoluzzi, Luigi de Canio e Diego Lopez: il tecnico di Ravenna ha declinato in quanto con Zamparini ci sono troppe divergenze personali e tecnico-tattiche; l’ex vice di Francesco Guidolin al Palermo e allo Swansea, così come il mister lucano (lontano da una panchina da un anno), non ha convinto. E quindi? E quindi l’unico ad aver accettato la proposta dello “Zampa” sembra essere la ex bandiera del Cagliari, nonché ex allenatore dei sardi sin dal suo ritiro dal calcio giocato.

Lopez è uruguaiano, è giovane (è un 1974), ha voglia di fare e vuole riscattarsi dopo il brutto campionato con il Bologna di due stagioni fa, con il suo esonero dopo 38 giornate ed il club felsineo vincitore a giugno dei play off promozione con Delio Rossi (ex tecnico del Palermo, si aggiunga).

Se oggi firmerà, per Lopez si prospetterà un girone di ritorno molto difficile, con il direttore sportivo Nicola Salerno (subentrato il 1° dicembre a Daniele Faggiano, in carica dal luglio scorso) che dopo la sconfitta contro l’Inter ha parlato di “situazione compromessa” e che è difficile “fare miracoli”.

E poi a fine stagione Zamparini dovrà decidere su cosa fare del Palermo, dopo quindici anni di presidenza: investire ancora tempo e denaro (sperando non in altri allenatori) o lasciare la poltrona di presidente ad un’altra persona pronta a prendere le redini di una squadra che, molto probabilmente, non giocherà in Serie ?

Non sappiamo se Steven Spielberg segua le vicende del Palermo, ma potremmo consigliargli di recarsi in Sicilia, nella città di santa Rosalia, mettersi dietro la cinepresa e dirigere un nuovo film: “Salvate il soldato Palermo”. Nel film originale, il soldato Ryan veniva salvato dai Rangers americani e speriamo che il ranger-Lopez possa salvare altrettanto Nestorovski e compagni.

A Palermo, siamo sicuri, si farebbe il pienone non solo al botteghino, ma anche allo stadio “Barbera”.