Tra ironia e scaramanzia
Avviso per i tifosi del Napoli che si accingono a leggere questo articolo.
Se alcuni luoghi comuni hanno senso di esistere, da bravi tifosi azzurri sarete certamente scaramantici, e allora sappiate che questo approfondimento non ha filtri, per cui cornetti e amuleti vari provenienti da via Gregorio Armeno e paraggi potrebbero essere insufficienti.
D’altro canto – secondo luogo comune – da bravi partenopei non sarete privi di senso dell’ironia. E vi suggeriamo spassionatamente di affidarvi a questa seconda dote.
Il vantaggio di chi non fa le coppe
Giunti alla conclusione di questa appassionante campionato di Serie A, dopo che per lunghi tratti abbiamo assistito a una lotta a tre tra Napoli, Inter e Atalanta, ormai è tutta una questione tra Milano e il Capoluogo campano. E gli azzurri di Conte in vetta alla classifica ci sono stati per tante settimane, prima degli ultimi sviluppi tra sorpassi e controsorpassi.
Per tutta la stagione opinionisti sportivi di ogni sorta si sono passati come un testimone la seguente dicitura: “il Napoli ha il vantaggio di non disputare le coppe”. Questo pensiero pro Conte è stato spesso controbilanciato dagli estimatori neroazzurri che considerano, invece, la squadra di Inzaghi più attrezzata per la vittoria finale, nonostante i maggiori impegni stagionali.
Un calendario in discesa
Dopo i recenti harakiri interisti, l’entusiasmo generato dal contro soprasso partenopeo sta legittimando un sogno che a quattro giornate dal termine ha sempre più un profumo di realtà. Ed ecco spuntare un nuovo tormentone che effettivamente finora sembra reggere alla prova dei fatti: “il Napoli ha un calendario finale più agevole dell’Inter”.
Le beffe storiche del passato
Da questo momento in poi – ci rivolgiamo ancora ai tifosi napoletani – l’articolo entra nella zona rossa pro scaramanzia. Siamo davvero sicuri che il percorso dei ragazzi di Conte sia poi così semplice? Sulla carta indubbiamente sì, ma andando a ripassare l’affascinante libro della Serie A sezione beffe delle ultime giornate, si scopre che molto spesso sono proprio le ultime in classifica a far saltare il banco. Andate a chiedere ai tifosi giallorossi che abbiano almeno cinquant’anni cosa rievoca la squadra del Lecce quando si parla di scudetto. È il 20 aprile 1986, i giallorossi crollano per 3-2 in casa, consegnando il campionato in mano della Juventus a due solo giornate dal termine. Un finale drammatico che ancora oggi caratterizza gli incubi di qualunque tifoso romanista che si rispetti.
Nel gioco dei paragoni a così tanti anni di distanza va però precisato che l’imminente partita del Napoli contro il Lecce, valevole per la quart’ultima giornata di Serie A e con la forza dei tra punti di vantaggio in classifica sull’Inter, non solo si giocherà in Salento, ma questo Lecce a differenza della squadra già retrocessa del 1986, lotta per la salvezza. Certo anche l’Inter giocherà questa sera con un Verona a caccia di salvezza, e lo farà secondo le ultime indiscrezioni con le riserve in campo in vista del ritorno di Champions contro il Barcellona. Ma la classifica del Lecce è ben più in zona rossa rispetto ai veneti.
Conte se la gioca a casa sua
Tra i successivi avversari dei partenopei ci saranno Parma e Cagliari, anche loro con l’obbiettivo permanenza in Serie A. Le motivazioni di chi lotta per la medaglia d’oro non sono meno importanti di chi vuole rimanere a tutti i costi ai piani alti del calcio. La storia del calcio lo dimostra: e ora tirate fuori tutti gli amuleti del caso, ma senza pensarci troppo, perché Antonio Conte sa come evitare i tranelli, soprattutto quando torna nella sua bella Lecce.