Tra calciomercato e pausa per le nazionali
“Macché (scudetto), abbiamo fatto solo due partite…”.
Il virgolettato è dell’allenatore della Juventus, Igor Tudor, sollecitato sulla prossima sfida della sua squadra con l’Inter, definita come sfida scudetto. Siamo solo alla seconda giornata di Serie A, tra un mercato ancora in atto e una pausa di nazionale dietro l’angolo. Insomma, siamo al paragrafo introduttivo di un romanzo lungo una stagione sotteso tra due incertezze: lo stesso Nostradamus si esimerebbe da un pronostico. Eppure già è tempo di domande proiettate alla prossima primavera.
Ci smarchiamo dalla vecchia tentazione un po’ giornalistica un po’ da Bar dello Sport di scommettere così presto sulle contendenti al titolo. L’incertezza dettata da un mercato ancora in essere, i nuovi assetti operativi della maggior parte dei club, e il fatto stesso che ogni stagione fa storia a sé, dovrebbero essere tutti fattori allontana sentenze.
Fattore C
Dopo solo due giornate si può giocare con le suggestioni, e poco altro. Una di queste verte sul destino. Già alla seconda di Campionato a Napoli c’è la conferma che anche quest’anno vige il fattore C! Vincere una partita bloccata contro un lodevole Cagliari al novantaseiesimo minuto può indurre a leggere con malizia la lettera C (o forse lo abbiamo scritto apposta?!), ma ovviamente ci stiamo riferendo al fattore Conte. Maestro di caparbietà, della vittoria nonostante tutto il tecnico salentino ne ha fatto un marchio di fabbrica.
Garra del Gasp
Altro spunto stimolante è la G di Gasperini (che potremmo leggere come garra per dirla alla spagnola). Arrivato con un certa diffidenza all’ombra del Colosseo, ha sposato la causa del modello vittoria “corto muso” di un suo celebre collega. In attesa di score più ampi, qui ci sbilanciamo sì nel dire che la Roma di questa stagione può ambire molto in alto.
La halma allegriana
Colui che abbiamo implicitamente menzionato, Max Allegri per questo Milan incognita e di difficile interpretazione ha tirato fuori un altro suo motto per le situazioni di emergenza. Lo chiameremo fattore H (dove la h prende il posto della c in un toscanissimo halma). Così ha gridato all’ormai partente Musah (che la H la ha alla fine) nel match vinto contro il Lecce rivolgendosi a tutta la squadra. Insomma Allegri ha perso male all’esordio con la Cremonese – partita abbordabile sulla carta – per poi espugnare uno stadio ostico come il Via Del Mare con una formazione rimaneggiata. Ironie di inizio stagione.
Work in progress
Si sono così ribaltati i ruoli tra le milanesi, perché la sconfitta casalinga inattesa per l’Inter è arrivata nella seconda giornata con l’Udinese. Squadra fisica, tosta, la squadra friulana ha portato a casa una vittoria con merito. Non è il caso di fare drammi in casa Inter come giustamente ha scritto Arrigo Sacchi sulla Gazzetta, trattasi con molta probabilità di incidente di percorso. Ma anche se non ci sogneremmo mai di definirla sfida scudetto, il Derby d’Italia che aprirà il successivo turno sarà condizionato da questa sconfitta con l’altra squadra bianconera della Serie A. Se dobbiamo trovare una lettera per la squadra ambrosiana è la W: work in progress per il neo allenatore Chivu, in cerca di una sua identità.
L’attacco bianconero
Proprio la Juventus, per chiudere il cerchio del nostro incipit, ha un fattore A che va tenuto in grande considerazione. Si tratta della A di attaccanti. Anche qui è l’ironia della sorte a rendere Dusan Vlahovic il goleador di inizio stagione; sì proprio colui che fino all’ultimo minuto del mercato viene ancora descritto come partente. Attenzione al fattore A della Juve perché se come ormai sembra confermata la permanenza del giocatore serbo, dopo l’arrivo di Openda, il reparto è di assoluto livello tenendo conto anche degli altri colleghi come David, e Yildiz.




