Dame Agatha Christie scorrendo la Classifica di Serie A dopo queste tre giornate avrebbe riformulato il suo celebre motto “tre indizi fanno una prova”.
Una fotografia preveggente?
L’istantanea dei rapporti di forza che emerge ad oggi tra i top club suggerisce l’idea di una dinamica che potrebbe caratterizzare gran parte della stagione. Siamo nell’ambito delle ipotesi, sia chiaro, ma non è esattamente la condizione in cui si troverebbe un investigatore nato dalla penna della leggendaria scrittrice britannica di fronte a un’indagine?
Partendo dalle deluse.
Le romane iniziano il conto alla rovescia della sentitissima Stracittadina con l’amaro in bocca di una sconfitta. Le similitudini però finiscono qui. La débâcle della Lazio in casa del Sassuolo ci dice che la formula “usato sicuro” del redivivo Sarri sulla panchina Biancoazzurra fin qui non ha sortito gli effetti sperati. Due sconfitte a inizio stagione son lo specchio di una situazione di nervosismo e disagio tra l’allenatore e la società che si sta riversando nel gruppo squadra. La sconfitta della Roma sembra più un incidente di percorso, e ci sta in una fase iniziale di un progetto che sposa il concetto di “vento di novità”. La cura Gasperini ha tempi lunghi. Va però riconosciuto il giusto merito al Torino per l’inciampo Giallorosso. A una settimana dal derby, l’infortunio di Dybala non è un buon viatico. Ma nonostante questo i Giallorossi partono con i favori del pronostico.
La delusa per eccellenza della terza giornata non può che essere L’Inter. Dal 4 pari dello scorso anno al 4-3 dello Juventus Stadium di questo turno abbiamo la conferma che il Derby d’Italia può essere ribattezzato Derby della Goleada. Due sconfitte in tre giornate sono l’esordio peggiore che Chivu potesse immaginare. C’è già chi parla di panchina traballante, ma siamo sicuri che da questo big match l’Inter esca completamente con le ossa rotte? Per gran parte dell’incontro ha dominato il gioco e se una partita finisce con sette gol vuol dire che tattiche e schemi sono saltati da ambo le parti. Il match sarebbe potuto finire in tutti i modi: perciò nella fotografia della classifica la posizione dell’Inter è forse quella più bugiarda. L’Inter è una squadra troppo attrezzata per bivaccare a metà del guado. Naturalmente però Chivu si è già giocato i suoi bonus. Errori non sono più ammessi; e questo è un fattore da non sottovalutare.
Chi raccogli i frutti del duro lavoro.
Napoli, Juve e Milan se la ridono così come l’Atalanta che trova la sua prima vittoria. Va subito però premesso il solco che scorre tra il Napoli e le altre. Al momento nessuna squadra di serie A vince/convince come fa la squadra di Conte. Giù il cappello a un team che non dà proprio l’idea di avere la pancia piena, anzi. La squadra rafforzata con ricami sartoriali perfetti, sembra ancora dotata dello stesso coltello tra i denti che aveva a fine stagione scorsa, ma senza i momenti di amnesia da braccino tennistico. Funziona tutto e i nuovi arrivati sembrano esserci stati da sempre (Kevin De Bruyne e ora anche Rasmus Højlund gli esempi eclatanti).
E poi la Juve di Tudor è una sorpresa avvincente. La squadra è ben assortita e il parco attaccanti è di caratura europea, si sapeva già. L’allenatore è la vera novità: da traghettatore messo in discussione anche nel corso del Mondiale per Club, sembra un mastro di chiavi che ha capito come sbloccare la serratura. In una partitissima che come detto poteva finire in tutti i modi, Tudor ha avuto ragione di un Inter sulla carta superiore, azzeccando i cambi, credendoci fino alla fine come solo i fortunati sanno fare. Del resto la dea bendata aiuta gli audaci, non certo i pavidi.
Infine attenzione al Milan, o meglio attenzione ad Allegri. La vittoria col Bologna, che sa di rivalsa rispetto alla finale di Coppa Italia persa pochi mesi or sono, è anche per questo un simbolo di ripartenza. Il suo Milan non ha disputato una grande partita, e Max lo sa, ma è stato diligente, sopperendo ad assenze importanti, infortuni nel corso del match, ed errori arbitrali scandalosi (cosa sarebbe accaduto se il Bologna avesse pareggiato nei minuti finali dopo aver negato al Milan due rigori al prezzo di uno su revisione VAR?). La giacca di Allegri probabilmente è ancora sul prato di San Siro, ma la prestazione di Luka Modrić è invece certamente negli occhi di tutti i tifosi rossoneri e degli amanti di calcio in generale. Va bene Luka non diremo più che hai 40 anni, ma tu smettila di comportarti da trentenne allora! Il Milan grazie alla performance di due fuoriclasse (il centrocampista e l’allenatore) trova continuità e soprattutto non subisce gol per la seconda volta di seguito: tutto quello che è mancato lo scorso anno. Non per lo scudetto, ma per la Champions il Milan da oggi è una candidata.




