ESCLUSIVA | Julio Sergio: “Inter-Roma sfida affascinante. Punto su Dumfries e Zaniolo. E su Handanovic…”

L'ex portiere giallorosso svela diversi retroscena legati a Inter-Roma

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Julio Sergio

Julio Sergio a 360°, l’ex portiere della Roma parla di Inter-Roma

Intervistato in esclusiva ai microfoni di IMInter.it, Julio Sergio Bertagnoli, ex portiere della Roma e ora allenatore in Brasile, ha parlato della sfida di stasera tra l’Inter e i giallorossi di Mourinho, ma non solo. L’ex giallorosso ha ricordato poi i suoi momenti in carriera ma anche le tante sfide tra le due squadre con Spalletti, Ranieri e Garcia.

Face to Face con Julio Sergio

Che partita si aspetta?

“E’ sempre una partita difficile da giocare, a cominciare proprio dai due allenatori. L’Inter mi piace tanto a partire da Handanovic, Dumfries e Mkhitaryan che ha fatto molto bene. La Roma ha fatto un bel mercato ma è ancora in fase di costruzione. Sicuramente sarà una gara abbastanza dura, però vediamo alla fine. Mancherà Lukaku e sarà più difficile per loro anche se ci aspettiamo una bella gara”.

Come arrivano i Nazionali a questa gara? Avresti preferito andare in Nazionale che ti da energia oppure rimanere ad Appiano o Trigoria per preparare al meglio la sfida di campionato?

“Tutti i giocatori vogliono andare in Nazionale. C’è la fatica e la tensione, non è semplice. Questa non è una gara facile perché i calciatori sono rientrati mercoledì, giovedì. Questo può fare la differenze tra le due squadre, cioè la fatica anche se ci sono cinque cambi a disposizione”.

Che effetto fa San Siro?

“L’Inter per me è stato il bene e il male. Ho vissuto sia l’1-1 nel 2009 dove Ranieri mi ha confermato da titolare, con lui ho giocato sempre. Abbiamo perso Coppa Italia e campionato anche se erano due squadre fortissime. Con la maglia giallorossa c’è tanto dell’Inter in me a San Siro”.

Cosa è mancato per vincere in quegli anni?

“Io penso che il campionato era più vicino a noi, abbiamo sbagliato solamente una partita. Abbiamo fatto una fatica per rimontare l’Inter, li abbiamo battuti anche se poi abbiamo perso quella con la Sampdoria dove vincevamo 1 a 0. La finale di Coppa Italia invece era uguale, anche se quello era l’anno di Milito, che ha segnato in Coppa Italia, campionato e Champions League. L’Inter aveva due squadre, noi solamente 14-15 calciatori e quello ha fatto la differenza”.

Chi sarà decisivo domani?

“A questi livelli la tensione è fondamentale. Mi piacciono molto Zaniolo e Dybala, che sta facendo bene. La Roma dovrà stare attenta a Dumfries, che attacca sempre la fascia. Non trovo giuste poi le critiche ad Handanovic, che mi piace dai tempi dell’Udinese”.

Su Mourinho: 

“Io non penso che un altro allenatore potesse vincere la Conference League. Si diceva che era un trofeo senza significato, invece non è così. Mourinho così come Guardiola è uno dei migliori al mondo. Anche Ranieri e Garcia mi hanno insegnato tanto, anche se con l’allenatore francese non ho mai giocato un minuto”.

Cosa ne pensi di Handanovic e dell’alternanza con Onana?

“Questa è una scelta dell’allenatore, anche se per me ha poco senso perchè è un ruolo di fiducia. E’ successo anche con Alisson e Szczesny a Roma. Handanovic ha tanto da dare e può fare ancora bene anche se questo dipenderà dalla società”.

Sul calcio italiano:

“Oggi sta cambiando, in giro ci sono più soldi, lo abbiamo visto in Francia. Nel campionato italiano a differenza degli altri ci sono le piccole che pensano di più alla tattica. La struttura del calcio italiano è indietro, anche se si sta rilanciando piano piano”.

Cosa ne pensi del Mondiale? Si vocifera che sia l’ultimo di Messi e Neymar…cosa significa giocare questa competizione per un brasiliano?

“C’è una differenza tra il trattamento di un calciatore in Europa e uno del Brasile. Qui non ricordiamo nulla del passato ma pensiamo solo al presente. Neymar è un grande calciatore forse se fosse stato più concentrato avrebbe vinto qualche Pallone d’Oro anche se quest’anno è partito benissimo proprio in vista del Mondiale. Mi farebbe molto piacere che un calciatore come lui vincesse questa competizione considerata l’importanza, anche se non sarà facile visto che ci sono altre squadre forti. Rispetto al passato il Brasile oggi è più completo”.

Quest’anno avremo una situazione particolare visto il Mondiale a breve. Secondo te qualche giocatore tirerà indietro la gamba? E cosa può fare una società?

“Ci sono delle regole. Si possono fare degli accordi e in una partita importante si può trovare un compromesso tra Nazionale e club. Poi è chiaro che i calciatori vogliono tutti giocare il Mondiale, cosa che può far bene proprio al club di appartenenza visto che un calciatore da una valutazione di 5-10 può passare a 30-50 milioni come è successo ad James Rodriguez, preso dal Real Madrid. I calciatori ora sono meno stanchi, non penso che si risparmino, come diceva Serginho il dolore non va via si sposta e quindi conosciamo bene il nostro corpo e i nostri problemi”.

Cosa pensi della convocazione di Ibanez con il Brasile?

“Ibanez mi piace, sta crescendo. Ha fatto qualche errore negli anni passati ma può migliorare ancora tanto grazie proprio alla fiducia della Selecao”.

Su Luciano Spalletti, ex allenatore di entrambe le squadre:

“Spalletti quando sono arrivato a Roma mi ha insegnato tanto. Io avevo l’allenatore dei portieri, Bonaiuti che è stato anche all’Inter ma che non mi vedeva. Loro mi hanno preso perchè pensavano che ero importante solo per lo spogliatoio anche se non giocando mi allenavo lo stesso al 100%. Spalletti e Bonaiuti non avevano fiducia in me quindi poi ho giocato l’ultima gara e lui è andato via. Anche se mi ha sempre rispettato, mi ha fatto rinnovare il contratto, lo devo ringraziare e resta un grande allenatore. Quando allena però per 4-5 stagioni nello stesso club qualche problema si crea”.

Quanto è stato importante per te Julio Cesar, uno dei primi portieri brasiliani al pari di uno come Gigi Buffon?

“E’ iniziato con Taffarel anche se non possiamo dimenticare Dida, che ha fatto molto bene con il Milan. Sono un fan di Julio Cesar, abbiamo caratteristiche simili, siamo non tanto alti di statura ma reattivi. Lui è un fuoriclasse ma è anche una persona buona, tranquilla. Ha dato un contributo fondamentale all’Inter visto che è stato uno dei portieri più forti al mondo per 5 anni”.

 

Anthony Cervoni
Anthony Cervoni, redattore di SportPaper.it e Sport Paper TV, esperto di calcio italiano ed estero