Da Milano a Torino, passando per Roma e Genova: nel corso della sua lunga carriera da giocatore prima e allenatore poi, Gigi Simoni di derby ne ha vissuti e giocati tantissimi. Chi meglio dell’attuale patron della Cremonese, dunque, per analizzare la sfida tra Inter e Milan di domenica sera: SportPaper lo ha raggiunto in esclusiva.
Che derby sarà quello di domenica sera?
«Per entrambe non si tratterà di un derby tranquillo, Inter e Milan sono squadre improvvisate che non hanno avuto il tempo di lavorare sui numerosi cambi effettuati fino ad una settimana fa. I nerazzurri hanno lasciato a desiderare per quanto concerne la qualità del gioco, i rossoneri anche a livello di risultati. Sarà una partita molto importante, chiarirà a che punto sono le due compagini».
Quale squadra vede più avanti?
«I risultati dicono l’Inter, anche se lo stesso Mancini ha detto di dover lavorare ancora molto sul gioco perché la squadra è nuova ed ha bisogno di tempo per esprimersi al meglio. La realtà è che i nerazzurri hanno giocato due brutte partite contro squadre mediocri, mentre la speranza è che Inter e Milan possano interrompere il dominio della Juventus».
È convinto di come è stato costruito l’organico agli ordini di Mancini?
«L’Inter è stata ricostruita quasi da zero, tuttavia i nuovi acquisti non sono campioni assoluti. Si sono presi buoni giocatori, questo è ovvio, ma non c’è il singolo che fa la differenza. Fino ad oggi, sia nelle amichevoli sia in campionato, la squadra è stata mediocre sul piano del gioco. È ancora presto per dare un giudizio definitivo ma Inter e Milan devono fare salti di qualità concreti».
Come si collocherà, tatticamente parlando, la nuova Inter?
«Credo che Mancini abbia intenzione di giocare con il 4-3-3, poi lui è un allenatore importante e si renderà conto dei sistemi di gioco utilizzabili in base agli uomini a sua disposizione. In questo modo, potrà vedere se è il caso di virare sul 4-3-1-2 piuttosto che su altri moduli. Per fare queste valutazioni, però, la squadra deve conoscersi, per digerire determinati dettami tattici c’è bisogno di tempo».
Ed il Milan di Sinisa Mihajlovic?
«Lo stesso vale per Mihajlovic. Il serbo cambia molto gli interpreti, sembra non essere mai soddisfatto e penso faccia ciò per spronare un ambiente che è mancato in quanto a carattere. D’altronde, andare “benino” può bastare all’Empoli, non a Milan e Inter: a Milano bisogna giocare bene»
Che idea si è fatto del ritorno di Mario Balotelli in rossonero?
«Balotelli mi è sembrato il rincalzo per una squadra che non è rimasta soddisfatta dai due acquisti fatti precedentemente in attacco. I rossoneri si sono cautelati perché sanno che possono contare su un giocatore in grado di cambiarti la partita in ogni momento. Purtroppo Balotelli ha dei comportamenti sbagliati, credo possa andare in rotta di collisione con un “generale” come Mihajlovic. Per me è un’operazione “salvagente”, però l’esperienza mi insegna che i giocatori fatti in un certo modo difficilmente cambiano atteggiamento, che tu sia con loro accondiscendente o molto duro. Mi auguro che possa essere un affare per tutti, ma sul recupero totale del ragazzo ho i miei dubbi».
Un pronostico?
«Sono interista, ho allenato i nerazzurri e sono attaccato a questi colori. Spero quindi che riescano a vincere, ma penso che possano farlo solo se migliorano la loro qualità di gioco. Sarà un bell’incontro proprio perché incerto, è davvero difficile fare pronostici. In realtà sarà una partita speciale anche per me, il Milan è la squadra del cuore di mio figlio e mi aspetta un altro derby dopo i tanti che ho disputato in tutta Italia da allenatore! (ride, ndr)».