ESCLUSIVA – Sorrentino: “Bravo Svilar ad attendere il suo momento”

50

Stefano Sorrentino, ex portiere del Chievo Verona, ospite di Roberta Pedrelli e Luca Iannini a Calcio e Pepe su Centro Suono Sport. Di seguito le parole dell’ex numero 1 dei clivensi riportate da SportPaper.

Nelle ultime uscite della Roma c’è stata la sorpresa Svilar, bravo a parare due rigori contro il Feyenoord. Un tuo parere?

“Ha saputo pazientare, ha colto l’occasione. La dote più grande è stata la costanza nell’allenarsi come se fosse il titolare; chiaramente, ora ricordano tutti i due rigori parati. I rigori – e io ne ho parati abbastanza – però, sono soltanto la ciliegina sulla torta per analizzare un portiere più in profondità all’interno della partita. La vera sorpresa è stata la gestione durante i 90 minuti. La maglia della Roma pesa e lui, nonostante la poca esperienza, si è dimostrato all’altezza della titolarità. Il futuro non sappiamo cosa porterà, ora fa benissimo a giocarsi le sue chance.”

Hai parlato di rigori parati, hai una media del 25,8% e sei nella top ten della Serie A. Quale ti ha particolarmente galvanizzato?

“Sì, come dico ai miei amici, non ricordano le 400 partite in A, ma il rigore parato a Ronaldo. Naturalmente, preferisco sdrammatizzare e non parlare di me. Quando hai la fortuna e un pizzico di bravura per parare il rigore ad un calciatore come Cristiano Ronaldo, rimane nella storia. Se analizziamo la partita abbiamo perso 3-0 e non ha portato a nulla. Aver parato il rigore a Cristiano Ronaldo è tanta roba.”

Sei il portiere che ha subito il primo gol di Daniele De Rossi con la maglia della Roma, proprio al Torino. Lui arriva con tanti dubbi, ti sta convincendo?

“Posso dire di aver preso gol da un campione del Mondo. Noi ci siamo scritti qualche giorno prima dell’ufficialità, ci siamo scritti dopo, a me non stupisce. Conosco Daniele, c’è sempre stata stima. Non è detto che qualora tu sia stato un grande calciatore tu debba essere anche un ottimo allenatore. Ha avuto un’occasione incredibile e se la sta giocando bene. Può dire la sua e ne capisce. In Roma-Inter ho visto una squadra organizzata, con delle idee, vinta, poi, dalla squadra con più campioni. L’esperienza alla Spal non è stata positiva: quando sei abituato a stare in alto puoi dare per scontato alcune cose. Sono contento per lui. D’altro canto, la strada è lunga. Mi piace come sta parlando, il modo in cui si rapporta, ha grandissime possibilità di continuare.”

Un tuo parere su Lukaku, poco incisivo nei momenti importanti.

“Un peccato. Purtroppo nei momenti decisivi non è incisivo. Il rigore sbagliato ci può stare, fortunatamente la Roma ha superato il turno. In Italia è difficile togliersi le etichette da dosso. È un attaccante molto forte. Nello spogliatoio giallorosso ho alcuni dei miei ex compagni di squadra che mi hanno dato un buon parere su di lui, soprattutto per come interpreta l’allenamento. Peccato che nei momenti decisivi non riesce a dare quanto gli altri si aspettano. Il riscatto dipenderà dalle casse della società. Qualora non dovesse restare qualcuno dovrà prenderlo.”

Qualora non dovesse essere riscattato, con il ritorno di Belotti, Azmoun e Baldanzi, sarebbe un ridimensionamento?

“Sarebbe un ridimensionamento, con tutto il rispetto dei nomi fatti. Se la Roma dovesse arrivare in Champions League, dovrebbe puntare ad avere 22 titolari di livello alto.”

De Rossi sarebbe da riconfermare ad oggi?

“Il discorso è giusto. Da una parte devi cercare di capire dove arriverà la Roma, nel caso in cui arrivasse la qualificazione alla prossima Champions League le cose sarebbero diverse. La società sta cambiando. La Roma deve cominciare a fare punti, partendo da stasera, per puntare al quarto o quinto posto.”

A cosa deve stare attenta la Roma questa sera?

“Il Torino con la sconfitta contro la Lazio non ha più nulla da perdere. Questa sera i granata saranno più freschi, visti i 120 minuti dei giallorossi contro il Feyenoord, giocheranno con la mente libera. Sarà una partita da prendere con le pinze. La Roma, come detto prima, se vuole arrivare in alto, deve vincere.”

Il ruolo del portiere è cambiato. Cosa ne pensi?

“Ho un’idea vecchio stile, il portiere deve parare. Attualmente ci sono portieri più bravi con i piedi che con le mani, ma la priorità è parare. Attualmente abbiamo un’ondata di portieri molto forti in Italia ed è positivo.”

Hai aperto la tua Academy. Cosa ti ha portato a intraprendere questo percorso?

“La mia Academy è iniziata a Palermo. Sto girando tanto, cercando collaborazioni. è un movimento che mi sta piacendo. Chi meglio di un ex calciatore può dare qualcosa ai ragazzi.”

La scelta del numero 70 per la maglia?

“70 è la somma dei giorni in cui sono nate le mie figlie. Mio figlio è nato dopo.”

Hai mai avuto una chiamata di un top club?

“La Roma mi ha cercato, ci sono andato vicino cinque volte. C’è stata la Juventus quando si fece male Buffon, poi presero Storari. A fine carriera l’Inter, per fare il secondo ad Handanovic, ma non avrei mai giocato, neanche in amichevole. Le mie figlie mi dicevano “il giorno in cui vedrai gli altri giocare, smetterai”, così è stato. Ho sempre preferito giocare. Vivevo la settimana come sfida mentale.”

 

Federico Maria Santangelo
Redattore SportPaper.it, esperto di calcio italiano ed estero