Gli sponsor condizionano le scelte degli allenatori?

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Arrivano le convocazioni della Nazionale Italiana di Calcio in vista della gara di domenica 16 novembre a San Siro contro la Croazia e, puntuali, ecco le polemiche. Si sa, è ormai consuetudine trovare l’appiglio per creare qualche chiacchiera in più quando aprono le porte di Coverciano, ed anche in questa occasione la ‘tradizione’ è stata rispettata. Motivo? La convocazione di Mario Balotelli da parte del ct Antonio Conte. “Ma le convocazioni non arrivano per meriti sul campo?” E ancora: “Non veste la maglia azzurra chi è protagonista di grandi prestazioni?”. Sembrerebbero le classiche domande di ruotine, se non fosse che stavolta più di qualcuno ha storto il naso facendo notare come la Puma, sponsor tecnico degli Azzurri, sia anche sponsor di Super Mario, e che il momento che sta vivendo Balotelli al Liverpool non è dei migliori.

Apriti cielo: dagli addetti ai lavori, fino ad arrivare ai bar quotidianamente invasi da calciofili di tutti i tipi, in molti accusano il Mister di aver abdigato al volere della Puma, e cioè chiamare Balotelli nonostante il periodo negativo del calciatore. Il ragazzo bresciano, infatti, in Premier stenta a decollare, fa fatica, i tabloid inglesi lo pungolano ed ecco allora che si sollevano dubbi ed insinuazioni. Possibile che Conte faccia ‘convocare’ il giocatore dalla Puma? Conoscendo il suo carisma, sembra francamente difficile: “E’ sciocco pensare che Balotelli sia qui per lo sponsor. Non mi piace il sentito dire, è giusto testare e valutare un giocatore”, ha spiegato il Commissario Tecnico. Certo, non aiuta a dissipare tutti i dubbi il fatto che Puma abbia presentato le nuove scarpe da gioco tricolori a poche ore dalla diramazione dei convocati e che Balotelli le abbia già indossate, in occasione del match tra il Liverpool ed il Chelsea di Mourinho. Insomma, materiale più che buono per riempire le pagine dei giornali almeno fino alla fine della partita di Milano.

Davvero uno sponsor può spostare in questo modo gli equilibri ed entrare così prepotentemente nelle scelte che dovrebbero essere riservate soltanto agli allenatori? Le società, o come in questo caso le nazionali, trovano giovamento dalla presenza di ‘firme’ che fanno pervenire nelle loro casse somme importanti, e molti calciatori diventano testimonial a suon di milioni, ma fino a che punto uno sponsor possa determinare anche scelte tecniche in campo, non lo si sa. Certo, le grandi case di produzione gradirebbero vedere sempre e comunque il loro prodotto in campo, magari accostato ad una grande giocata o ad una vittoria importante.

Non è un caso oggi vedere i completi da gioco o le classiche tute di rappresentanza strapieni di loghi, frasi, immagini, senza arrivare alle piattaforme televisive che hanno addirittura scombussolato i vari calendari della stagione. Potrebbe essere che venga ‘richiesta’ la presenza di quello piuttosto che l’altro campione in campo? Il condizionale è d’obbligo, con le opposte fazioni a darsi battaglia: chi a pensare che le scelte possano essere condizionate e chi invece giura sulla assoluta discrezionalità dell’allenatore. Anche questo è il nostro calcio, in attesa di vedere rotolare la palla sul prato verde e le maglie azzurre correre e giocare, magari vincendo la difficile partita contro la Croazia con un gol, hai visto mai, di Balotelli con gli scarpini tricolore…