Fulvio Collovati racconta la sua esperienza con la Nazionale italiana, dal 1979 al 1986
Fulvio Collovati, campione del Mondo 1982, ha raccontato la propria esperienza in azzurro ai microfoni di Federico Maria Santangelo per SportPaper.
Racconti la sua prima esperienza in azzurro.
“Nel 1979, anno in cui morì Nereo Rocco, sono passati quarantacinque anni. Italia-Olanda 3-0, marcavo Kist, scarpa d’oro, fu un esordio positivo. In seguito giocai 7 anni, sino al Mondiale 1986. Giocare in Nazionale è l’obiettivo di una vita”.
Il suo primo gol in Nazionale.
“Feci tre gol in Nazionale. Il primo con la Romania, in amichevole, poi un altro al Lussemburgo, nelle qualificazioni dei Mondiali 1982”.
Qualche aneddoto dell’esperienza di Spagna 1982.
“Esperienza incredibile per il momento in cui vivevamo. Partimmo da armata Brancaleone e tornammo da Campioni del Mondo. Tutti ci deridevano, i titoli dei giornali, che erano diversi da quelli di ora, ci dicevano di vergognarci, di stare case, ci chiedevano cosa andassimo a fare. Alla fine son saliti tutti sul carro dei vincitori. Abbiamo incontrato l’Argentina di Maradona, il Brasile di Zico, la Germania, le più forti al mondo. C’era Pertini, il Presidente più amato dagli italiani, ci sono mille storie da raccontare. È stato il periodo d’oro, quello del benessere, cosa che non abbiamo oggi, e quanto ne concerne”.
La sua esperienza negli Europei.
“Non sono esperienze positive. Nel 1980 sbagliai un rigore nella finale per il terzo posto. Ci rubarono la semifinale contro il Belgio, non ci diedero un rigore clamoroso per fallo di mano. Pur non perdendo mai, e non subendo neanche un gol, ci trovammo a fare la finale per il terzo posto e sbagliai io dopo 17 rigori. Ci qualificammo quarti. All’Europeo successivo non ci qualificammo, fu una grande delusione”.
Il Mondiale del 1986 invece?
“Ci siamo qualificati, innanzitutto. Fummo eliminati dalla Francia agli ottavi di finale. Era la Francia di Platini, Giresse, Battiston, una grande squadra”.
Come vede questa Italia all’imminente Europeo?
“Quando non parte da favorita è meglio. Arriviamo da Campioni d’Europa uscenti, ma abbiamo delle difficoltà in fase realizzativa e qualche infortunio a centrocampo. Ce la possiamo cavare. Non è il momento migliore. Meglio partire così, abbiamo meno responsabilità”.