Peppe Di Stefano e l’avvocato Giulia Leonardi: “Quel furbo di Pioli tra Milan e canali social…”

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Si è tenuta ieri sera all’Auditorium San Francesco di Morrovalle (Macerata) la presentazione del libro ‘Milanello. La Casa del Diavolo” scritto dal volto Sky Peppe Di Stefano. All’evento, organizzato da Marta Bitti (addetto stampa Ancona Matelica in Lega Pro) col patrocinio di Comune di Morrovalle e Ussi Marche, hanno partecipato rilevanti ospiti dalle tinte rossonere che hanno raccontato le loro particolari esperienze. Tra questi – oltre a Peppe Di StefanoGiulia Leonardi, Avvocato specializzato in diritto sportivo. Giulia Leonardi è anche una ragazza molto attiva sui social, ospite di recente del programma Il calcio senza C (OCW Sport – Twitch).

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“Il Milan è consapevole di poter vincere lo scudetto anche se non ha la stessa rosa dell’Inter”, non lo ha mai nascosto l‘Avvocato Giulia Leonardi.I social sotto vari aspetti hanno creato aspetti positivi, coesione tra le persone – racconta Giulia – Quindi i canali digitali sono divenuti molto importanti nel rapporto tra i calciatori e il tifoso. Io credo possano avere però un effetto di distrazione, nel senso che talvolta un pochino potrebbero guastare per così dire il clima generale...”. Sulla stessa lunghezza d’onda Peppe Di Stefano, giornalista Sky, intrattenuto dalla brava Marta Bitti: “Sapete cosa ha fatto Pioli? O meglio… Quel furbo di Pioli? Sui social in linea generale i giocatori possono essere fuori controllo. Possono fare ciò che vogliono, con la moglie a casa, con i figli… Pioli la sera li fa dormire a casa. Un tempo erano più controllati quando vivevano nel centro sportivo; oggi quasi sono più controllati quando sono in casa. Prima il Milan andava in ritiro a Milanello. Al giorno d’oggi, ad esempio con la Fiorentina, il Milan gioca alle ore 15 e gli atleti vanno in ritiro in un albergo vicino San Siro. Quindi i giocatori arrivano la sera precedente entro le 19,30. Cenano, stanno in camera, giocano alla Play Station, dormono… Insomma, ci sono circa 50 minuti di distacco da Milanello… Questo per dire che prima non c’erano i social. I giocatori, un tempo, al massimo avevano le cuffiette. Stare lì con lo smartphone, guardando i social, oggi ti distrae, ti fa addormentare. Da questo punto di vista questo è un aspetto negativo”. Peppe Di Stefano prosegue con chiarezza: “Per me i social nell’era della rivoluzione digitale sono diventati l’azienda. Il calcio oggi è anche imprenditoria, turismo, parte edilizia, immagine. Cristiano Ronaldo è l’emblema di come vanno utilizzati i social, simbolo di sponsorizzazione, messaggi positivi. Ovviamente bisogna essere professionisti, anche se restano sia effetti pro che contro“. Conclude Giulia Leonardi con grande determinazione e la solita disinvoltura: “Alcuni giocatori oggi utilizzano i social nel modo più opportuno, altri meno. Per le società l’utiilizzo che un calciatore ne fa si riflette sull’immagine aziendale a 360 gradi e ciò va a rappresentare un fattore di fondamentale rilevanza nell’ecosistema sportivo generale“. Peppe Di Stefano ha quindi specificato: “Nel Milan non ci sono particolari limiti all’utilizzo dei social network da parte dei giocatori. Tanto per citare un esempio: se sei al Milan sai già che se perdi un derby 3 a 0 non puoi mettere il giorno dopo una foto in cui festeggi a cena”. 

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PEPPE DI STEFANO SKY MORROVALLE

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Davide Parravano
Davide Parravano, redattore di SportPaper.it e di Komunicare Editore, esperto di calcio italiano ed estero