Federico Bernardeschi, un Brunelleschi alla corte juventina. Ma in che ruolo?

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Federico Bernardeschi

Federico Bernardeschi in Bianconero

Finalmente la telenovela è terminata: da oggi, Federico Bernardeschi è un giocatore della Juventus. L’attaccante di Carrara ha posto la sua firma su un contratto quinquennale da 4 milioni a stagione, mentre alla Fiorentina andranno 40 milioni più bonus, con l’aggiunta di un ulteriore 10% in caso di rivendita del giocatore in futuro. Bernardeschi è il quinto innesto della Vecchia Signora in questa finestra di mercato, diventando il decimo giocatore (tra svincolati, cessioni e prestiti ) che saluta Firenze nello stesso periodo.

Con l’arrivo di Bernardeschi, salvo grossi clamori e altre bombe di mercato (leggasi Dybala), il parco attacco bianconero è al completo. Con la cessione di Bernardeschi, la Viola perde un altro giocatore di talento, incassando molti milioni di euro in tutto. La Fiorentina ha perso un altro simbolo, sintomo che qualcosa in riva all’Arno non sta funzionando. L’esodo sembra non terminare e poi sarà difficile comprare giocatori all’altezza, visto che senza un vero progetto molti obiettivi potrebbero accettare altre piazze.

In casa Fiorentina si stanno vivendo tempi molto duri, anche perché Bernardeschi veniva considerato (come detto) un simbolo, un giocatore che sarebbe diventato un tassello della Fiorentina del futuro, il ragazzo arrivato in prima squadra proveniente dal vivaio e pronto a trascinare la squadra toscana per diversi anni. E invece il talento di Carrara ha lasciato la Viola per approdare alla nemica Juventus, come fece Boberto Baggio.

Federico Bernardeschi come Roberto Baggio

Un giocatore della Fiorentina che passa in bianconero e subito la memoria torna indietro all’estate 1990, quella delle “Notti magiche” ma anche della rivolta di piazza dei tifosi gigliati che non volevano che l’allora idolo Roberto Baggio passasse alla Juventus, facendo capire all’allora presidente Pontello di non lasciarlo parlare.

La Fiorentina ha ceduto altri giocatori alla Juventus, ma la cessione del futuro “Raffaello” spaccò la città. E ora, a distanza di ventisette anni, i tifosi sono arrabbiati contro la società e (soprattutto) con Bernardeschi per questa altra cessione eccellente. Una beffa all’ennesima potenza per i fiorentini: il talentino cresciuto in casa, diventato in breve tempo pupillo della tifoseria, sarà uomo copertina dei “gobbi” e il bagno di folla di questa mattina all’arrivo del giocatore al centro medico juventino è stato enorme.. Un’estrema soddisfazione per gli juventini: ancora una volta hanno sottratto il giocatore più rappresentativo al popolo viola.

Partiamo da alcuni presupposti: Baggio e Bernardeschi sono passati alla Juventus alla stessa età (23 anni), con la Viola avevano lo stesso numero di maglia (il #10), ma sono andati via per motivi diversi. Sono, ovviamente, necessari dei distinguo: Baggio allora era già un giocatore di talento, con 136 presenze e cinquantacinque reti in cinque stagioni di massima serie (anche se la prima non giocò mai per infortunio), oltre ad aver trascinato la squadra in una storica finale di Coppa Uefa, nel primo derby italiano in una finale europea (contro la Juventus);

Bernardeschi a 23 anni ha fatto la comparsa in un reality show su dei giovani calciatori, è stato mandato a farsi (bene) le ossa in Serie B con il Crotone (crocevia di tanti giovani giocatori) e oggi conta tre anni in Serie A, con ventitré reti totali in poco meno di cento partite ufficiali e non ha trascinato la Fiorentina lontano in Europa, se non con due reti il primo anno coinciso con la semifinale di Europa League poi persa contro il Siviglia campione. C’è da dire che la A degli anni del primissimo Baggio era qualche spanna sopra questa, mentre Bernardeschi non è totalmente esploso, anche perché in campo ha una collocazione difficile.

Eppure Federico Bernardeschi detto “Brunelleschi”, in tempi non sospetti, aveva giurato amore incondizionato alla maglia gigliata, una sorta di devozione verso una squadra che lo aveva fatto debuttare in prima squadra e che gli ha dato anche la maglia numero 10. Maglia che da quelle parti è stata indossata anche da giocatori di un certo calibro (da Miguel Montuori a Giancarlo de Sisti, da Giancarlo Antonioni a Manuel Rui Costa fino a Adrian Mutu e Alberto Aquilani).

Federico Bernardeschi jolly di attacco

Gli occhi ora sono tutti puntati sull’attaccante classe 1994, un vero jolly d’attacco perché può fare il trequartista, la seconda punta o la mezzala. Insomma, uno e trino. Almeno in campo.

L’approdo di Bernardeschi alla corte juventina è arrivato dopo uno estenuante tira-e-molla, con il giocatore che ha sempre giurato fedeltà alla causa viola, tanto da rifiutare, allo scorso Torneo di Viareggio, anche solo per scherzo, di indossare la sciarpa della Juventus che il sindaco della perla del Tirreno aveva tirato fuori per l’occasione (“mi arrestano” aveva detto), salvo poi lasciarsi andare a qualche commento, pochi giorni fa, che faceva presagire che forse il suo percorso alla corte della squadra del capoluogo toscano era giunto al termine: “Chi non vorrebbe giocare nella Juventus” è stato l’ultimo commento del giocatore, “chi non vorrebbe sp… in faccia” è stato l’ultimo (dei tanti) striscioni apparsi a Moena, sede del ritiro di Astori e compagni. In pratica, i tifosi hanno già da tempo scaricato il loro numero ex numero 10.

E tanti hanno mugugnato sul certificato medico con il quale Bernardeschi aveva lasciato il ritiro per curare una gastroenterite acuta. In pochi erano certi che l’indisposizione fosse veritiera (poi risultata tale), mentre in tanti avevano detto che il fantasista carrarino si era assentato dal ritiro per accordarsi definitivamente con Marotta e Paratici.

Ora Federico Bernardeschi da Carrara ha la possibilità di affermarsi come uno dei calciatori più forti della sua generazione in una squadra che lotterà per altri obiettivi rispetto alla Fiorentina. Come ad esempio puntare a vincere la Champions League..

Dove giocherà Federico Bernardeschi

Bernardeschi innanzitutto non partirà titolare nella Juventus. Il motivo? Nel 4-2-3-1 usato fino a Cardiff da Allegri, per lui non ci sarebbe spazio: un fantasista del suo tipo non è previsto in quel modulo e in più non è una prima punta ma potrebbe giocare esterno alto a destra come a sinistra. “Se si deve “adattare”, perché lo hanno preso investendo così tanti milioni?”, direbbe il tifoso che ora ripone qualche dubbio sul forte investimento effettuato? Semplice: Bernardeschi ha corsa, Bernardeschi può giocare a destra come a sinistra, Bernardeschi si adegua alle situazioni.

Ma soprattutto, Bernardeschi calcia bene le punizioni e ha un gran bel tiro. Poi, a quanto visto finora, è uno che può fare tutto, solo che in molti casi il “sapere fare tutto” significa essere un ibrido. E questa Juventus che vuole vincere in Europa non ha bisogno di “giocatori a metà”, ma ha bisogno di top player all’altezza di vincere la coppa più importante di tutte. Per carità, il potenziale di Bernardeschi è ancora tutto da sgrezzare e il talento non si discute, ma molti tifosi hanno dei dubbi.

Allegri fino a due stagioni fa cercava disperatamente il trequartista, ma a oggi di questa “figura” non ne ha bisogno. E quindi? Ecco i dubbi: che ruolo far fare a Bernardeschi? Ovunque giochi ha fatto bene e ha segnato gol. Che fare quindi? Le cose sono tre: nel 4-2-3-1, chi sacrificare? Douglas Costa? Assolutamente no. Dybala? Assolutamente no (salvo che arrivino vagonate di euro da Barcellona). Higuain? Prego cambiare domanda. Mandzukic? Probabile, il che potrebbe significare però l’addio del “tuttofare” croato.
“Da un grande potere derivano grandi responsabilità”, diceva zio Ben al nipote Peter Parker/Spiderman. Bernardeschi ha ora una grande possibilità: diventare un Giocatore con la g maiuscola e diventare ancora più forte.

Il numero di maglia

E nel caso indossasse la maglia numero 10 indossata in passato da Baggio-Raffaello e da del Piero-Pinturicchio, Bernardeschi andrebbe ad aumentare il valore degli “artisti” della storia bianconera, avendo come soprannome Brunelleschi.

Le carte in regola per fare bene e migliorarsi ce le ha, ma sarà difficile che al suo ritorno al “Franchi” qualche tifoso della Fiorentina gli lancerà la sciarpa come era stato fatto con Baggio. Il tifoso, si sa, ha la memoria lunga.