Tudor: “L’Atalanta è il modello da seguire per qualsiasi squadra che vuole vincere. Kamada? C’è la volontà da parte sua di rimanere”

Il tecnico croato ha presentato il match con il Sassuolo in programma domani sera alle 20:45 all'Olimpico

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LA GRINTA DI IGOR TUDOR ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Igor Tudor ha parlato in occasione dell’ultima conferenza stampa stagionale prima del Sassuolo.

Tudor: “Mi sarebbe piaciuto che Felipe Anderson rimanesse”

Che Lazio si aspetta domani?

“Partita importante per finire al meglio possibile. Tutto è aperto ancora, vogliamo finire nel modo giusto con una bella gara. Mi aspetto la miglior Lazio possibile contro una squadra già retrocessa. E’ una cosa che potrebbe far sembrare la partita di un certo modo, ma io non mi fido di nessuno. Abbiamo lavorato in questa direzione”.

Il modo di giocare dell’Atalanta può essere un esempio da seguire per voi?

Il calcio di Gasperini lo conosciamo tutti. Da quanti anni sta facendo bene? La società insieme a lui ha fatto questo percorso, questo è il modello da seguire per avere una squadra di quel livello. E’ un modello di programmazione, di idee, di dare importanza all’allenatore al centro del progetto e appoggiato con le persone con idee. Un modello da seguire anche nel mondo. Della rosa abbiamo parlato tante volte: c’è gente perfetta, gente che può stare e gente che fa più fatica. Io devo fare però i complimenti a tutti quanti, tutti mi hanno dato la loro disposizione, hanno dato sempre il massimo e abbiamo tirato bene fino a questa gara. Dopo faremo la nostra programmazione e vedremo cosa succederà”.

Sa cosa ha in mente Kamada per il futuro?

“C’è la volontà di rimanere, mi sembra si vedranno in questi giorni con la società. La volontà da parte sua c’è e speriamo di chiudere questa cosa qua il prima possibile”.

In cosa vuole che la squadra migliori l’anno prossimo?

“Non è mancato niente. E’ stato fatto tanto di buono, si è tirato forte, si è vinto tanto e si sono fatte tante belle gare. Neanche il City e il Real poi le vincono tutte. Il bilancio è molto positivo, sono molto felice e contento. Sono fiducioso per il futuro, c’è una base buona per fare una bella stagione il prossimo anno”.

Pensa che ci sia bisogno di ripartire dai giovani per sostituire i senatori?

“Di questo discutiamo all’interno del club. Tutti vogliono giocatori forti e anche giovani, gli investimenti si fanno anche per programmazione di futura rivendita. Si sa come si fa questo lavoro. E’ un business e ci sono i risultati, tutti vogliono i fenomeni che ti portano il risultato. Bisogna vedere, essere bravi nel creare una squadra, una qualità come in tutti i settori di lavoro. Se tu sei bravo a scegliere bene per la tua fascia farai una bella stagione, altrimenti se sbagli avrai un futuro meno buono. Non c’è tanta filosofia, la bravura è quella che decide. Se poi l’allenatore è bravo si sceglie bene e si fanno belle cose. Il calcio è molto semplice, vedremo se saremo bravi a lavorare sul mercato, facendo contenti tutti quanti”.

Si è sentito al centro del progetto?

“Mi sono sentito importante da tutti i punti di vista. Quando ci siamo parlati all’inizio gli accordi erano questi, altrimenti non sarei venuto. La Lazio ha sempre dato importanza all’allenatore, lo proteggeva. Mi sento bene, penso che insieme si siano fatti due mesi giusti, ma anche di più. Ora c’è da fare un grande lavoro di programmazione per la prossima stagione. Se si sbaglia là dopo si soffre. Voglio essere importante sulle scelte, è così che deve essere. L’appoggio c’è, bisogna mettersi al lavoro dopo la partita di domani”.

Avrebbe voluto tenere Felipe Anderson?

“Lo conoscete anche meglio di me. Io ho visto un ragazzo che tutti vorrebbero avere in famiglia. E’ un ragazzo eccezionale, è un ragazzo troppo buono se si può dire. Sorride sempre, gioca o non gioca è sempre uguale e sono doti rare. Sono valori umani che uno vorrebbe avere sempre in spogliatoio. Poi c’è il giocatore che è allo stesso livello della persona, è eccezionale. Un giocatore completo che gioca a destra e sinistra, con tutta questa descrizione ho risposto alla domanda”.

Quanto è cresciuta la squadra dal punto di vista della cattiveria agonistica?

Si è cresciuti abbastanza. L’ultima gara ne è la dimostrazione, andare là con l’Inter che schiera la formazione migliore e fare una gara veramente completa, giusta, con mentalità giusta dà segnali importanti. Ho visto tutte le gare della Lazio contro l’Inter, loro sono roba di un altro mondo. Questa partita mi dà la dimostrazione di quello che ho detto. Poi tutte le gare non possono essere allo stesso livello, c’è stata qualche partita meno buona, qualche sbaglio c’è stato come giusto che sia. Non c’è importanza nell’entrare nei dettagli, bisogna imparare in fretta in questo lavoro. Poi c’è ancora qualcosa da scoprire dei giocatori, sono cose normali e naturali. E’ una scuola per il futuro”.

Conosce Eriksson e come si immagina il momento di domani?

“Sarà un momento emozionante. Con Boksic, che è mio amico, parliamo spesso e mi parlava tanto delle sue doti come persona e allenatore. Erano tempi più romantici di questi, ma sarà un piacere vedersi. Sarà emozionante sentirlo. Aiuterà a trovare le motivazioni per fare una bella gara che è l’ultima di questa stagione”.

Poca concentrazione nel finale con l’Inter?

“C’è stato un cambio forzato con l’Inter con Gila che chiedeva un cambio siccome ha giocato dopo l’infortunio. Ma sapevamo potesse uscire. Sono dettagli che succedono a tutti, fa parte del calcio e non penso ci sia niente di particolare di cui preoccuparsi”.

Sul Sassuolo…

“Se tu vedi la loro rosa non meritano la retrocessione. Non so che scelte faranno, ma non mi fido di niente e nessuno. Ho parlato con i ragazzi, c’è da battagliare e da guadagnare tutto nel calcio. Ci sono migliaia di esempi prese sotto gamba, la preparo come una finale perchè è giusto così”.

 

Matteo Capone
Matteo Capone, redattore di SportPaper.it e di Komunicare Editore, esperto di calcio italiano ed estero