Calciomercato Inter, Pimenta: “Avevo promesso al padre la metà delle commissioni”

La Pimenta replica alle parole di Samardzic Senior

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Tifosi Inter ph: Fornelli/keypress

Rafaela Pimenta, avvocato della scuderia Raiola, è tornata a fare chiarezza sulla situazione SamardzicInter, spiegando e raccontando la sua versione dei fatti a TeleLombardia.

Calciomercato Inter, le parole della Pimenta

“Su perché sia saltata l’operazione non tocca a me rispondere. Un paio di mesi fa ero serena nel mio ufficio quando mi chiama Aleksandar Kolarov, bravissima persona, e mi dice che c’era questo giocatore serbo, Samardzic, che non ha un procuratore e che vuole presentarmelo. Ho detto ‘volentieri’: sono venuti a Montecarlo i fratelli Kolarov, i genitori di Samardzic e anche il fratello. Lì abbiamo parlato e c’era anche un consigliere che vive in Germania: abbiamo presentato il nostro lavoro e ci siamo accordati per un progetto assieme. Ricordo chiaramente quanto detto e la mia parola è unica, quando prendo un impegno vado fino in fondo: in questi mesi che sono passati ci siamo scambiati tante informazioni. E piano piano si è sviluppato il rapporto”.

“Abbiamo capito quale fosse il mercato giusto, sempre l’Italia, e lì si è iniziato a lavorare con più intensità. A un certo punto si è mossa anche l’Udinese e il padre ha detto loro di non parlare più con lui ma con me! Abbiamo capito che c’erano delle squadre interessate e a un certo punto anche chi avrebbe fatto il passo più importante. Ne abbiamo individuate due con voglia tecnica e capacità economica, io stessa ho promosso due incontri. In uno di questi c’era il padre, tanto che hanno fatto molte domande sia lui che Lazar. Giusto così, la prima cosa da capire in un trasferimento è l’aspetto tecnico”.

“E poi abbiamo incontrato l’Inter, è tutto registrato, ho le foto di Zoom… In questo incontro tecnico il padre non c’era, non so se per la connessione o per confusione con gli orari. L’Inter poi era in Giappone, tanto che ho chiesto a Lazar se potevamo fare senza suo padre. Lui ha detto di andare avanti, abbiamo discusso sul lato tecnico e ogni volta che c’erano queste riunioni ho chiesto a Nikola Kolarov di essere presente così che potesse tradurre in serbo. Dopo questi incontri Lazar ha deciso dopo diversi giorni per pensare che voleva l’Inter”.

“È iniziata la trattativa, una volta arrivati alla fine ho detto al padre che doveva venire lui di persona, non volevo chiudere la trattativa senza lo sguardo negli occhi tra la famiglia e i direttori. Il sabato prima delle visite sono venuti a Milano e ci siamo visti con l’Inter ed è stato spiegato tutto. Alla famiglia è stato chiesto di dire sì o no entro la giornata. Dopo poche ore li vedo in albergo e mi dicono che avevano deciso di andare all’Inter, che la proposta era buona. Quindi, per rispetto dei genitori, chiamiamo l’Inter e voglio che la conferma gli arrivi dal padre”.

“Facciamo anche un brindisi per celebrare, manca solo il passo del contratto e della visita medica. Da qui mi fermo e dico una cosa: dal momento in cui dici sì a una società si mettono in moto una serie di altre cose. C’era anche il destino di un altro giocatore, Fabbian. Devi pensarci prima se prendere un impegno, posso capire se ci sono cose che non tornano sui contratti o nelle visite, ma se dici sì alle condizioni presenti, l’operazione per me è fatta. Io sono così, da trent’anni lavoro così”.

“Io e Mladen siamo andati anche da altre società, non solo l’Inter. Sanno tutti che la mia società non fa mandati scritti. L’unica cosa è un documento in cui avevo promesso al padre la metà della commissione, questo posso dirlo. Quanto conta per me sono i rapporti umani! Per regolamento poi tanto devi firmarli per forza i mandati… E i giocatori sono liberi, non abbiamo mai messo una penale. Se devo firmarlo per forza, ok, ma sennò no. E senza penale. Non ci sono da noi rapporti obbligati e forzati, anzi, è il contrario. Se sei contento del mio lavoro stai, sennò via. Io voglio che le persone siano contente. In generale, se uno vuole cambiare le carte, io non ci sto”.

“Dovreste chiederlo a suo padre, io non lo so. Il contratto accordato a suo figlio faceva sì che fosse il più pagato della squadra per quella fascia d’età. L’Inter non avrebbe fatto fare le visite mediche se le cose stavano a metà…C’è stata una sorpresa. Sul perché le cose cambino dovete chiederle a chi le ha cambiate. Io in albergo ho incontrato Lazar e gli ho detto che mi dispiaceva ma io non mi sarei voluta ritrovare in quella situazione. Quale altra squadra lo voleva? No, non sarebbe giusto”.

Davide Parravano
Davide Parravano, redattore di SportPaper.it e di Komunicare Editore, esperto di calcio italiano ed estero