Ospite di SportPaper TV l’ex calciatore della Roma, Ricardo Faty. Di seguito l’intervista completa ai microfoni di Roberta Pedrelli:
Roma inaspettatamente prima con 12 punti, insieme a Roma e Milan: qual è la tua idea sul lavoro di Gasperini? Pensi sia una pretendente per lo scudetto?
Sì, i punti ci sono e sono importanti ma gare come quelle con il Torino devono ricordare la necessità di mantenere alta la concentrazione; il derby con la Lazio, però, dimostra che si può puntare in alto. Per me è una squadra equilibrata che deve stare attenta e lavorare per rimanere al top. Bisognerà capire in che stato arriverà la squadra a gennaio, ma il lavoro con Gasperini procede bene ma bisogna continuare a fare punti adesso perché la squadra è fresca, i giocatori sono concentrati e attenti alle esigenze del loro allenatore. Per adesso va tutto bene e ho fiducia nella squadra, ma dalla prossima settimana arriveranno i veri test per capire come andrà: Fiorentina, Inter…
C’è qualcuno che Claudio Ranieri non era riuscito a valorizzare: Lorenzo Pellegrini. Il giocatore è tornato al derby però sembra stia dimostrando continuità. Quanto è importante per questa Roma? E come si gestiscono le critiche della piazza?
Posso immaginare le cose che sta vivendo Lorenzo, lui le sta vivendo al doppio, da romano e romanista. Può essere una cosa veramente difficile, ma ha dimostrato di essere mentalmente forte: non lo conosco personalmente, ma è un grande professionista ed era pronto anche a questo. Ha fatto cambiare idea su di lui con il derby, era pronto a questo momento e io non ho mai avuto dubbi su di lui, anche se non era in forma dal punto di vista fisico. Sono sicuro che i romani hanno qualcosa in più perché conoscono l’importanza di questa partita e vanno oltre qualsiasi difficoltà fisica, lui era pronto e ha segnato: ora la Roma ha un giocatore più motivato e un leader in più, cosa di cui ha bisogno.
Abbiamo intervistato Rio Mavuba, ex centrocampista del Lille e abbiamo parlato di Koné. Ci ha detto: “Se io facessi il DS di un top club lo andrei a prendere di corsa, non so se la Roma riuscirà a trattenerlo.” Secondo te, Koné riuscirà a crescere anche a livello di gol, magari toccando quota 6-7 a stagione? Che partita ci dobbiamo aspettare contro i francesi giovedì?
Seguivo Koné da tempo, proviene dalla mia stessa scuola calcio (Clairefontaine) e ho fatto il possibile per indurlo a firmare per la Roma. Ora sta alla grande e secondo me ha le qualità per fare qualche gol in più, dovrebbe avere più personalità per andare a cercare la conclusione o semplicemente entrare in area di rigore avversaria: deve crederci di più. Nel suo ruolo fa già benissimo, è uno che da equilibrio e che non perde la palla, fa quello che gli chiede il mister e va bene così.
Roma-Lille, invece, sarà una bella gara: nei francesi c’è un bel mix tra esperienza e gioventù, come sapete c’è anche Olivier Giroud che sta alla grande. Tra i giovani c’è anche il fratellino di Mbappé, il giovane Bouaddi a centrocampo; è una bella squadra che punta sull’Europa, al contrario del Nizza che sta facendo grande fatica. Non è una gara decisiva per entrambe le squadre, ma sarà una gara piacevole con due squadre che sanno giocare a calcio.
Ti ricordiamo come un buono/ottimo calciatore, ma non pensi che nei tuoi trascorsi in giallorosso non ci hai dimostrato quanto potessi essere forte?
Hai ragione, l’ho sempre detto quando faccio le interviste in Italia. Tutti mi chiedevano: “Perché non sei riuscito a essere da Roma?”. La risposta è semplice: mi mancava la personalità. Quando mi ha cercato la Roma io non ho esitato, perché ammiravo la Serie A ed ero già un tifoso della squadra. Non so se il paragone con Parigi rende, ma vedevo molte similitudini tra le due città, perciò quando mi hanno cercato ci sono andato senza pensarci. Forse, però, non ero pronto a condividere lo spogliatoio con alcuni campioni: non ero ancora maturo, ero troppo buono e gentile, ero sempre il giovane che aveva bisogno di imparare. Avrei dovuto cercare il mio posto. Non ero tanto giovane, avevo vent’anni e conoscevo già il mondo professionistico: probabilmente sentivo di star vivendo solo un sogno, vedevo Daniele (De Rossi) giocare, Simone (Perrotta) che vedevo in TV…io l’ho vissuto così, adesso me ne rendo conto: non ero abbastanza cattivo per prendermi il posto alla Roma.
Passando alla Francia, non pensi che bisognerebbe puntare su altri oltre che su Mbappé? Nelle ultime uscite c’è stata qualche polemica con alcuni compagni per la posizione in campo: papà Thuram ha dichiarato il suo malumore per la posizione del figlio. Tu cosa ne pensi?
Per me non è una polemica, ti dico la verità: quando Marcus Thuram ha avuto la possibilità di guidare l’attacco della sua Nazionale non ha fatto inciso. Non è stato abbastanza efficace come lo può essere con l’Inter. Deschamps è uno che ragiona bene e tanto, è molto riflessivo e sa che per la sua squadra è meglio avere Kylian ed esterni veri come Barcola o Dembélé o addirittura Olise, i posti sono pochi in Francia. Non c’è una polemica: Kylian ha il suo posto e Marcus, quando ha avuto una chance, non l’ha sfruttata. La Francia ha una bella rosa, anche Manu Koné è un punto fisso del centrocampo e sono i grandi favoriti per il Mondiale.
Visto che sei parigino, come avete vissuto l’eclatante vittoria in Champions del PSG nella finale dello scorso anno?
C’era una grande festa, ma soprattutto è stato un grande sollievo: la dirigenza ha fatto grandi investimenti e spese ingenti, anche per i tifosi è stata una grande soddisfazione. L’hanno meritato e continuano a fare un calcio incredibile con Luis Enrique: il tecnico è stato fortunato perché lo hanno ascoltato e supportato, allenatori come Tuchel e Pochettino, Unai Emery non hanno avuto la fortuna di poter sviluppare la propria idea di gioco.
Questa Roma adesso è priva di Paulo Dybala. Ne ha ancora bisogno oppure no? Vista anche la scadenza imminente del suo contratto.
Assolutamente sì. Anche se non sta bene e ha qualche acciacco fisico, questa squadra ha sempre bisogno di Dybala. Io lo vedo bene, anche in questo caso si devono fare i conti a gennaio: bisogna contare su di lui anche per le rotazioni. Uno come Soulé, che mi piace tantissimo, non deve giocare tutte le partite perché fa fatica, ha bisogno di riposarsi per dare il massimo e non ha ancora tanta continuità. Uno come Dybala, come alternativa, potrebbe essere utile per la lotta Scudetto, per il quarto posto o per l’Europa League. Se non dovesse andare bene, i conti si faranno a gennaio…
Chi pensi che occuperà i primi quattro posti della classifica a gennaio?
Ho commentato la gara tra Milan e Napoli: anche se nella ripresa la partita è cambiata, vedo molto bene i rossoneri. Per me il Milan è il grande favorito per lo scudetto, è tornato Leao, la squadra gioca molto bene e segna parecchio; il Napoli è forte, però non li vedo così bene. Credo che se la Roma dovesse riuscire a racimolare punti in trasferta e contro le piccole, potrebbe seriamente rientrare nelle zone alte della classifica.




