Mourinho: “Più orgoglioso che triste oggi”. Poi perde Belotti e Kumbulla

Il tecnico commenta il pareggio dell'Olimpico

87
LA DELUSIONE DI JOSE’ MOURINHO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Josè Mourinho ha parlato in conferenza stampa al termine della pareggio contro il Milan. Queste le sue parole:

Quanto brucia? Si poteva evitare quel gol?
“Sono triste, ma sono più orgoglioso che triste. Penso che solo noi possiamo fare quello che abbiamo fatto. Solo noi, una squadra con i suoi limiti e che ha perso metà squadra, potevamo fare questa gara col Milan. Il Milan ha due squadre: una in campo e una in panchina. Non sono invidioso, Pioli è un bravo collega, è sempre corretto e simpatico con me. La verità è che il Milan ha due squadre, noi con metà squadra. Sono triste per il risultato e per il modo in cui è arrivato ma sono più orgoglioso. I ragazzi sono fantastici. Quello che si poteva fare non si è potuto fare. Quello che si poteva fare se hai un difensore centrale in panchina, ne metti uno in più. Quando entrano i cambi e hai un difensore centrale, ne metti un altro. Se hai terzini, quinti, che possono chiudere bene dentro, puoi fare questo cambio e lo fai. Se hai giocatori di centrocampo con questo tipo di gioco diretto, quello che il Milan ha fatto soprattutto in quei minuti sull’1-0, tutto si può fare quando hai la materia prima a disposizione. Con quello che abbiamo, abbiamo fatto una partita straordinaria di organizzazione, di mentalità e sacrificio, tutti i giocatori hanno dato il massimo. Quando Cristante si abbassa tra i difensori, perdiamo uno fondamentale a centrocampo. Entra un bambino come Bove che ha fatto bene, poi gli esce la spalla e non può continuare. Sono orgoglioso e sono sicuro che i romanisti vanno a casa come me: tristi per il risultato, ma orgogliosi dei ragazzi. L’altro giorno scherzavo dicendo che se deve giocare Svilar, gioca perché è bravo con piedi. Però, scherzi a parte, la cosa sta diventando nera per  noi. Sono grandi difficoltà e non mi piace fare il dottore o anticipare, ma mi sembra che l’infortunio di Kumbulla sia il peggiore di tutti”.

La lotta per la Champions?
“È per quelli che hanno investito per la lotta Champions. Non ci appartiene, siamo lì perché i ragazzi fanno un lavoro incredibile dall’inizio della stagione, ma non è la nostra lotta, è la loro lotta. Siamo là perché siamo bravi. Anche io sono, anche se qualcuno pensa di no e qualcuno mi dice arroganti. I ragazzi sono bravi e il mio staff è bravo. Facciamo tutto il possibile, siamo lì dove devono stare gli altri. La nostra è una stagione fantastica e purtroppo arriviamo in questo momento decisivo con queste difficoltà”.

Fra le tante difficoltà c’è anche la situazione dei punti della Juventus. È una difficoltà per chi allena non sapere?
“Magari sì, magari no. Io sono in Italia da quattro anni, due più due. Se parliamo di giustizia sportiva, spero che la prossima volta che prendo una squalifica posso andare in panchina perché mi devono due partite. Colpevole o non colpevole, non vai in panchina con la Lazio e con il Sassuolo. Adesso Serra è colpevole ma non possiamo giocare di nuovo due partite. Paratici, povero, ha perso il suo lavoro e adesso già può prendere un altro lavoro nel calcio. Ho sempre guardato alla Juve con 15 punti, Max Allegri e i giocaTori li hanno vinti in campo. Una cosa è la squadra, un’altra la giustizia a livello della società”.

Dybala e Wijnaldum?
“Se parliamo di infortunati devo fare il dottore e non mi piace. Penso di non rivedere più Karsdorp in campo, così come Llorente. Kumbulla non lo vedrò più in campo al 100%. Abbiamo sicuramente una speranza di avere Smalling, vediamo se per una partita o due, vediamo. Wijnaldum è il più vicino al rientro. Dybala non lo so perché aveva un problema all’adduttore, lo abbiamo protetto dopo la situazione contro l’Atalanta, che non gli permette di giocare. Era in panchina ma sapevamo chiaramente che non poteva giocare. Matic è squalificato col Monza. Però andiamo avanti, ho fatto l’allenatore per tanti anni con la pancia piena di rose con mille opzioni, adesso mi tocca stare con un gruppo di ragazzi assolutamente straordinari. Sono super orgoglioso di lavorare con loro”.

Abraham aveva chiesto il cambio prima del gol? Il piano gara aveva funzionato con Celik basso ad aspettare Leao?
“Leao è un giocatore stratosferico, quando sta nel suo ambiente naturale avendo spazio per puntare e profondità è devastante. Ci siamo protetti con Celik che è stato suo compagno di squadra e lo conosce, protetto da Mancini. Abbiamo coperto abbastanza bene. Belotti diceva di avere una costola rotta, non riusciva a respirare, è coraggioso e ha detto che sarebbe rientrato ma sulle scale per rientrare nella ripresa ha detto che era impossibile continuare. Abraham aveva chiesto il cambio, ma non volevo farlo: volevo andare fino alla fine con un attaccante mi poteva aiutare, nell’organizzazione abbiamo perso giocatori importanti. Si deve fare un sacrificio da parte di tutti”.

Anthony Cervoni
Anthony Cervoni, redattore di SportPaper.it e Sport Paper TV, esperto di calcio italiano ed estero