Boniek si candida: “Se Mou chiama basta una telefonata. Lukaku impressionante, dispiace per Pogba ma..”

Il vice presidente apre alla possibilità di diventare un nuovo dirigente giallorosso

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JOSE’ MOURINHO E I VERTICI UEFA CON IL PRESIDENTE CEFERIN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Intervenuto a Radio Romanista, Zibì Boniek, ex calciatore, dirigente e ora vicepresidente dell’Uefa è tornato a parlare di un suo possibile approdo alla Roma, ma anche della campagna acquisti fatta a Josè Mourinho.

Boniek: “Roma non più forte di Inter e Milan ma ha comprato bene”

Queste le parole dell’ex calciatore:

Quali sono gli ultimi impegni avuti nel tuo ruolo? Cosa fa un vicepresidente Uefa?
“Non è un ruolo amministrativo ma di riconoscenza, mirato a rappresentare Uefa. Un premio alla carriera, sabato ero a Buenos Aires perché c’era Boca Juniors-Az Alkmaar e sono andato come rappresentante Uefa. C’è sempre qualcosa da fare anche se questo ruolo non mi disturba affatto, è una bella cosa essere vicepresidente e rimarrò fino al 2025, poi non mi ricandiderò”.

Dove collochi la Roma quest’anno?
“Le squadre vanno costruite, non comprate. Anche perché credo che la Roma credo abbia un organico più forte di Salernitana e Verona. Non siamo più forti di Inter e Milan, ma poi bisogna giocare, bisogna avere schemi. Sono preoccupato per gli infortuni che sono tutti muscolari, se l’allenatore poi non può schierare la squadra più forte è difficile. Non siamo partiti molto bene, bisogna vedere come renderanno durante l’anno”.

Su Dan Friedkin.
“Non poteva non essere nel board dell’ECA, è l’unico che può andare a prendere i calciatori con l’aereo privato. Dopo la sfortunata trasferta con il Siviglia sono tornato insieme a lui. Non ho mai avuto colloqui per un mio eventuale inserimento in società. Sarebbe una cosa molto bella ma non ho mai parlato con nessuno, e queste voci mi danno fastidio”.

Mou ha detto che avrebbe bisogno di una figura che lo affianchi e tu sei figura di prestigio.
“Potrei dare una mano. Oggi come oggi avendo a disposizione tanti impegni, avere persone in più a lavorare e confrontarsi fa sempre comodo per fare scelte giuste”.

I rapporti tra Mourinho e Uefa non sono dei migliori adesso.
“Forse ha anche ragione. Al di là di tutto, siamo tutti un po’ tifosi, la Roma dopo 20 minuti aveva metà squadra ammonita e significa che li hai un po’ bloccati anche mentalmente perché qualsiasi fallo potrebbe farli giocare in inferiorità numerica. Poi il rigore. Penso però che questo nervosismo che dimostrano in campo i calciatori e qualcuno dello staff non aiuti la squadra”.

Ti è sembrato di vedere un Mourinho diverso in questo inizio di stagione?
“Penso che non sia cambiato Mourinho, ma le cose intorno a lui. E il suo ultimo anno di contratto e non si è ancora incontrato con la società. Ma non penso che lui sia cambiato, è sempre il solito bravo, esigente e furbo. Sono cambiare le circostanze intorno a lui”.

Si riesce a lavorare bene con il contratto in scadenza?
“A marzo o aprile credo sia il periodo in cui la società può scegliere se continuare insieme o dividersi da Mourinho. Non ho mai capito perché nel calcio è sempre esistita questa storia dei contratti di 3/4 anni. Lui sta facendo bene in Europa e per i sold out, ma non serve parlare con largo anticipo del contratto. I Friedkin hanno una mentalità americana, sono dirigenti davvero validi. Penso che a marzo possano iniziare i colloqui per vedere un nuovo contratto, ma bisogna vedere cosa vuole fare Mourinho, perché non credo che gli arabi non lo abbiano contattato. Speriamo di qualificarci in Champions o di vincere la Coppa Italia”.

Quando Mourinho dice di sentirsi solo, cosa dovrebbe fare Dan Friedkin?
“Domanda difficile, da questo punto di vista servirebbe qualcuno vicino. Il calcio è anche dialogo, scambio di opinioni. Mi dispiace che si senta solo, io sono qua a Roma. Se vuole consigli basta una telefonata”.

Su Lukaku.
“Tra poco c’è la pausa di Natale, poi lui andrà via perché venuto in prestito secco. Difficile innamorarsi di un giocatore che farà 7/8 mesi, anche se in 20 minuti ha fatto vedere la sua classe e mi ha impressionato che dal punto di vista fisico stesse meglio di molti altri”.

Oltre Lukaku ti ha colpito qualche altro arrivo?
“Sono tutti bravi calciatori, Nessuno è un crack ma hanno riempito il gruppo squadra e possono dare la possibilità a Mou di fare molte scelte. Aouar, Sanches, Ndicka e Azmoun possono dare una gran mano. Si dice che la squadra è stanca per troppi impegni ma noi facevamo 50 partite all’anno senza ricambi, loro possono farlo con 20/25 elementi. Ritengo che i giocatori forti abbiano bisogno di stimoli, chi sostiene che le coppe distraggano i calciatori sbaglia. Un calciatore forte ha bisogno di competizione, di essere sul pezzo e di giocare sempre. Con 25 giocatori se giochi solo in campionato non riesci a dare possibilità la tutta la rosa”.

Che ne pensi di Pogba?
“Mi dispiace, c’era già qualcun altro della Juventus fermato per doping. Ma lasciamo stare. Non mi dispiace per il calciatore, mi auguro che sia stato uno sbaglio altrimenti sarebbe molto triste. Quando parlo della Juventus poi si arrabbiano, io gli dico sempre: “Ho finito la mia carriera a Roma, sono rimasto a Roma, se sono romanista dovete accettarlo. Se se la prendono è un problema loro”.

Un commento su Zalewski?
“Zalewski sta crescendo, sicuramente sta andando avanti. Deve essere severo con sé stesso e migliorare con la forza fisica. Nei contrasti cerca spesso il fallo, non deve farlo. Ha buone qualità tecniche, è innamorato della Roma e ha le qualità per dare molto alla società. Glielo auguro perché è un bravo ragazzo. Deve continuare però a chiedere di più a sé stesso per migliorarsi sempre”.

Anthony Cervoni
Anthony Cervoni, redattore di SportPaper.it e Sport Paper TV, esperto di calcio italiano ed estero