Juventus, Chellini: “Odio sportivo verso l’Inter, Balotelli persona negativa”

961
Chiellini

Juventus Chiellini parla a La Repubblica

“Questa pandemia ci sta insegnando a vivere il presente, ad adattarci a cambiamenti quotidiani, a ragionare su un futuro di due mesi al massimo. Avevamo comunque bisogno di ripartire, non è semplice e l’ho notato in compagni più giovani di me”. Così Giorgio Chiellini, difensore della Juventus e della Nazionale, in una intervista a ‘Repubblica’ sulla ripresa del campionato.

Chiellini e la ripresa

“Se penso a tre mesi senza tifosi mi passa la voglia. Ci vorrà una forza mentale sovrumana e difatti mi chiedo: ma perché lo devo fare? Ma anche: e perché no? È il nostro lavoro e dobbiamo adattarci, come anche a tutto il resto”, ha aggiunto in merito all’ipotesi di giocare in stadi vuoti. Per quanto riguarda la trattativa sul taglio degli stipendi il capitano bianconero ha spiegato: “No, ho fatto solo da tramite. La volontà era di trovare una soluzione che aiutasse il club in un momento di difficoltà e desse un esempio alla nazione, perché non è vero che noi calciatori viviamo fuori dal mondo. Non è stato facile mettere d’accordo 25 persone, ma è stato un gesto di grande maturità da parte nostra”.

L’odio sportivo e il rispetto fuori dal campo

“Io odio sportivamente l’Inter come Michael Jordan odia i Pistons, non posso non odiarla, ma il 99,9 per cento delle volte che ho incontrato fuori dal campo persone con cui mi sono scannato in partita, ci siamo fatti due risate”. Così il capitano della Juventus, Giorgio Chiellini, nell’intervista a ‘la Repubblica’. “Difatti il messaggio che mi ha fatto più piacere, quando mi sono rotto il ginocchio, è stato quello di Javier Zanetti -aggiunge Chiellini- L’odio sportivo è quello che ci spinge a superare l’avversario: se gli si dà il giusto significato, è una componente essenziale dello sport”.

Affondo contro Balotelli

“Balotelli è una persona negativa, senza rispetto per il gruppo. In Confederations Cup contro il Brasile, nel 2013, non ci diede una mano in niente, roba da prenderlo a schiaffi. Per qualcuno era tra i primi cinque al mondo, io non ho mai pensato neppure che potesse essere tra i primi dieci o venti. Uno anche peggiore era Felipe Melo: il peggio del peggio. Non sopporto gli irrispettosi, quelli che vogliono essere sempre il contrario degli altri. Con lui si rischiava sempre la rissa. Lo dissi anche ai dirigenti: è una mela marcia”.