Football Legend: Alan Shearer

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Shearer

Il sogno di ogni bambino? Vedere la squadra del proprio cuore prima in tv, poi allo stadio e successivamente vestendone i colori in campo. Una cosa molto difficile che spesso si conclude, per molti, al secondo step.

FENOMENO ALAN SHEARER

Alan Shearer invece è riuscito a compiere tutti e tre i passaggi, anche se il “suo” Newcastle United dopo averlo scartato a 15 anni, se lo riprese a ventisei anni. Errori che capitano, ma Shearer, grazie anche a quell'”errore”, è diventato il calciatore inglese più forte della storia.

Sicuramente il biondo attaccante non è stato (all’inizio) propheta in patria, ma in carriera ha avuto un fiuto del gol fuori dal comune, è stato un giocatore completo, idolo delle tifoserie ed amato in tutta Inghilterra.

Classe 1970, Alan Shearer nacque a Newcastle sopra il Tyne, città fredda del Nord del Paese nota perché posizionata nei pressi del Vallo di Adriano, la fortificazione romana che sanciva il limite nord dell’Impero romano, in Britannia. Povero di famiglia, dopo un primo amore per il golf dedicò anima, cuore e piedi al gioco del football, una religione dalle parti del Tyne and Wear. Venne scartato dal “suo” Newcastle United, ma firmò un pre-contratto “pro” con il Southampton, squadra di First Division di medio-basso livello.

Il giovane Alan si dimostrò un attaccante prolifico, tanto che a 17 anni e qualche mese entrò nella storia del calcio inglese come il più giovane a segnare una tripletta: fu l’Arsenal di George Graham a capire che i Saints avevano in rosa un giocatore formidabile. E pensare che contro i Gunners, Shearer non doveva neanche partire titolare.

Nel frattempo entrato nell’orbita della Under 21 inglese di Lawrie McMenemy, Shearer giocava e non giocava con coach Chris Nicholl e solo nella stagione 1991/1992 divenne decisivo, realizzando tredici reti in campionato. Il dado era però tratto: Shearer era maturo per cambiare squadra.

E la squadra che lo prese fu un’altra squadra di medio-basso rango, i Blackburn Rovers. Shearer fu promosso in Nazionale maggiore, allora guidata da Graham Taylor: debutto con gol contro la Francia il 19 febbraio 1992. Insomma, un attaccante giovane che non soffriva per nulla di timidezza e che freddamente batteva i portieri avversari. Ed il ventiduenne Alan venne inserito nella rosa dei “ventidue” che avrebbero partecipato allo sfortunato Europeo svedese del 1992, vinto a sorpresa dalla “ripescata” Danimarca.

Chi volle fortemente Shearer a Blackburn fu Kenny Dalglish, bandiera del Liverpool (ed ex allenatore dei Reds) e dall’anno prima alla guida dei Rovers.

Il ragazzo di Newcastle rimase nel Lancashire quattro stagioni, dove divenne l’idolo della tifoseria e di una città che nel 1995, alla terza stagione di Shearer, entrò nella storia: dopo ottantuno anni di attesa, i Rovers vinsero il titolo di campioni d’Inghilterra. Tanto per intenderci, quando vinsero il loro ultimo titolo era sovrano d’Inghilterra il tris nonno di Elisabetta II, Giorgio V.

I bianco-blu vinsero la Premier League con un solo punto di vantaggio sul Manchester United di Eric Cantona (squalificato dal 25 gennaio 1995 per il famoso calcio kung-fu ad un tifoso del Crystal Palace) ed il numero 9 di Dalglish ne fu il propulsore in attacco, con 34 reti segnate in quarantuno partite. Numeri incredibili, ma nella norma visto che nelle prime due stagioni Shearer segnò quarantasette reti. Con Shearer in rosa (ma anche conTim Flowers, Graeme Le Saux, David Batty, Tim Sherwood e Chris Sutton), i Roverschiusero al quarto, al secondo e al settimo posto.

Nella stagione 1995/1996 il Blackburn prese parte per la prima volta nella sua storia alla Champions League, ma il suo cammino si interruppe subito nella fase a gironi dove (con Spartak Mosca, Legia Varsavia e Rosenborg) chiuse all’ultimo posto. Ma per una squadra che aveva vinto il titolo dopo oltre ottant’anni, il solo sentire l’inno della manifestazione in campo valeva come una finale vinta.

Tutta l’Inghilterra però si stava concentrando sull’Europeo che si sarebbe tenuto in casa dall’8 al 30 giugno. I “Tre leoni” erano una squadra nel complesso buona, ma non partiva con i favori del pronostico. Per Alan Shearer, cinque reti segnate in altrettante partite, con il gol del vantaggio contro la Germania in semifinale (con vittoria teutonica ai calci di rigore).

Alla termine dell’Europeo, l’attaccante di Newcastle lasciò i Rovers e si accasò nella squadra per cui faceva il tifo da bambino, il Newcastle United. Il tecnico allora era Kevin Keegan ma l’anno successivo il nuovo manager dei Magpies divenne Dalglish.

I bianconeri non chiudevano al primo posto in campionato dal 1927 e speravano che, con l’acquisto danaroso del bomber inglese, e con una squadra nel complesso competitiva (con gente del calibro di Peter Beardsley, David Ginola, Les Ferdinand e Lee Clark),avrebbero vinto il tanto agognato titolo. Invece nei dieci anni con Shearer in rosa, lo “United” non vinse nulla, anche se nella prima stagione (la 1996/1997) arrivò secondo in campionato dietro al Manchester United. Shearer non si smentì e vinse per la terza volta consecutiva la classifica marcatori.

Shearer con i Magpies divenne il miglior marcatore della storia del Newcastle con 206 reti, ripartite tra Premier League, FA Cup, Fooball Leage Cup ed Europa (Coppa Uefa, Coppa delle Coppe, Intertoto). Tra il suo debutto contro il Chelsea a 17 anni ed il gol alPortsmouth del 4 febbraio 2006, Alan Shearer segnò qualcosa come 260 reti in Premier League, diventando il miglior marcatore della storia del calcio inglese. Un record difficilmente eguagliabile e superabile.

Con Shearer, le “gazze” si qualificarono anche loro per la prima volta in Champions League nella stagione 1997/1998, superando prima il terzo turno play off e poi chiudendo al terzo posto la fase a gironi, battendo nella prima partita il Barcellona a Saint James Park, il suo tempio.

Durante la Shearer age, i Magpies persero anche due finali di FA Cup contro Arsenal e Manchester United (1998 e 1999) e, ancora contro i Red devils, la finale di Charity Shield nel 1996.

Con il Newcastle, Shearer ottenne, ovviamente, i galloni di capitano ed anche in Nazionale si guadagnò la fascia più importante. E fece sempre in modo di onorarla, segnando gol importanti, portando l’Inghilterra a disputare i Mondiali francesi del 1998 e l’Europeo belga-olandese del 2000.

Nell’estate 2006, Alan Shearer, a 36 anni, decise di ritirarsi dal calcio giocato: fu determinante uno strappo al legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro nelle ultime giornate di campionato per fargli dire “basta”.

Nonostante l’asso inglese fosse “rotto”, a Saint James Park, si giocò il match d’addio dell’attaccante, l’11 maggio 2006, contro i Celtic Glasgow.

Per tre anni, Shearer rimase lontano dai campi, rifiutando anche panchine importanti. Nel 2009 ci fu la chiamata dell’amato Newcastle in sostituzione dell’esonerato Joe Kinnear, ma non riuscì nell’impresa di salvare la squadra dalla retrocessione in Championship. A oggi Shearer è fuori dal calcio.

Dopo il suo ritiro, l’Inghilterra non ha più avuto attaccanti di peso e con un fiuto del gol “alla Shearer”: ora tutto è nelle mani di Rooney e Vardy. Con tutto il rispetto per gli attaccanti di “United” e Leicester City, Shearer era un’altra cosa: Shearer era precisione, un cecchino, uno da marcare in tre e forse non bastava neanche. L’attaccante inglese segnò in ogni modo, eppure non vinse nulla, né a livello di club né di Nazionale. Escludendo la fantastica stagione 1994/1995, che ancora oggi è ricordata dai tifosi deiRovers con gioia e con qualche lacrima di rimpianto per averlo avuto per sole quattro stagioni in squadra.

Southampton, Blackburn Rovers e Newcastle United si potranno fregiare dell’orgoglio di aver avuto in squadra il grande Alan Shearer, quello che quando segnava alzava il braccio destro e correva per la gioia.