Genny ‘a carogna, simbolo del calcio italiano… C’è qualcosa che non va

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ACarogna

Sono passati due giorni dalla finale farsa di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. La finale che andava giocata a tutti i costi, la finale che ha fatto fare all’Italia l’ennesima brutta figura in tutto il mondo. A due giorni di distanza ci resta nella mente la foto di Gennaro “a carogna” che scopriamo oggi, poco prima di impartire ordini ad un perplesso Hamsik, aveva partecipato da protagonista ad un summit (da lui voluto) nel salone d’ingresso dell’area autorità dello stadio insieme ai capi tifosi viola e ai vertici della Digos. Si è quindi giocata la partita solo perché i capi tifosi avevano dato l’ok all’inizio della gara, convinti dalle forze dell’ordine che l’agguato subito dai tifosi napoletani fosse un episodio di delinquenza comune non legato al mondo del calcio (notizia poi smentita dalla realtà dei fatti). Chi mastica un minimo di questo sport sapeva che questa partita in primis non andava giocata a Roma proprio per gli stessi motivi di ordine pubblico per cui hanno scelto di farla giocare a tutti i costi. Interi quartieri della Capitale bloccati da migliaia di agenti pagati (poco) dalla collettività che rischiavano di fare la stessa fine di quel Raciti sbeffeggiato in diretta mondiale dalla maglietta di Gennaro “a carogna”. Giocarla a Cagliari o a Bologna però non avrebbe permesso la consueta “parata” in tribuna vip di politici e politicanti di tutti i generi, accorsi in gran massa con le auto blu all’Olimpico a sfamarsi ai ricchi buffet che in questi casi diventano “abbuffè”.

E come la mettiamo poi con sponsor, diritti tv, biglietti venduti e compagnia cantante? Oramai la frittata era fatta e andava consumata. I fischi all’inno nazionale, la mancanza degli striscioni e le curve azzittite (ma esultanti ai goal) sono solo il corollario all’ennesima pagina nera del calcio italiano. Senza fare dietrologia, se no rischieremmo di essere uguali ai mille talk show che ne faranno, concludiamo solo con una riflessione. Come possiamo pretendere di avere un governo che “governi” correttamente il mondo dello sport se chi ci governa non è in grado di combattere la criminalità, la disoccupazione, l’immigrazione clandestina e altre mille piaghe sociali? Il pesce puzza dalla testa ricordiamocelo e Gennaro “a carogna” (che non ha tutte le colpe del mondo) è lo specchio della nostra società, esiste perché qualcuno vuole che lui esista, perché è comodo dare le colpe di tutto alla gente come lui.

Per la cronaca, nella stessa giornata della figuraccia mondiale della nostra amata finale di Coppa Italia, a Busto Arsizio Piacenza vinceva lo scudetto nel volley femminile. 5000 persone in piedi ad applaudire le avversarie che festeggiavano il secondo tricolore consecutivo sono la dimostrazione che, calcio a parte, in Italia siamo ancora capaci di goderci lo sport per quello che deve essere realmente: solo un divertimento!

ph: Sarpa/Komunicare