Il ritorno delle milanesi, Inter e Milan son tornate…

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Milan

L’isteria, si sa, porta a ben poco. E allora calma con lo champagne e con i fuochi d’artificio: non facciamo quelli che dopo due annunci già strombazzano come matti. Potrebbe essere, per esempio, che Goeffrey Kondogbia non sia altro che un onesto centrocampista pagato cifre folli in virtù di un assurdo derby di mercato. Potrebbe essere, ancora, che Carlos Bacca, al di là del nome esotico, non si riveli poi tanto superiore a un Matri qualsiasi. Miranda, per i tifosi italiani, al momento è ancora un film di Tinto Brass, Montoya rimane per ora un pilota di Formula Uno. Bertolacci, infine, dovrà sudare e incantare non poco per dimostrare di valere quello che ha investito per lui il Milan.

Quante volte le recensioni trionfali non corrispondono a film di qualità? Per questo, forse, è ancora presto per dire che la Milano calcistica è finalmente risorta. Perché vincere non è una cosa semplice: il PSG sta spendendo e spandendo cifre folli da quattro anni per vincere “solo” qualche campionato francese. Il Manchester City ha dilapidato montagne di quattrini per vincere “solo” una Premier League e una FA Cup. Il top in Europa, per intenderci, è ancora lontano. Ma sono vicinissimi tutti i parametri zero annunciati trionfalmente da Galliani, così come sono vicinissimi i disastri nerazzurri targati Gasperini e Mazzarri. Per questo, oggi, i movimenti di mercato di Inter e Milan suonano come trombe squillanti che innescano dolci sogni nei tifosi. Il vento, insomma, è cambiato.

Se negli ultimi cinque anni Inter e Milan hanno “tirato a campare”, adesso occupano stabilmente le prime pagine dei giornali che si occupano di calciomercato. Se c’è un giocatore forte in circolazione, automaticamente viene accostato ai rossoneri o ai nerazzurri. Segnali, certo solo segnali, che raccontano come dopo farraginose trattative e periodi di rodaggio gli investitori stranieri evidentemente non vendono solo sogni ma anche qualche solida realtà. La scelta di Roberto Mancini di tornare all’Inter è stato un segnale importante, così come quella del suo amico Mihajlovic di approdare sull’altra sponda del Naviglio. Finalmente, da una parte e dall’altra si percepiscono ambizione, concretezza e – soprattutto – programmazione.

La Juventus che è arrivata in finale di Champions League è un esempio chiaro: il calcio italiano può essere più competitivo di quanto si pensi. Milano ha osservato con attenzione e, oggi, sembra non avere più voglia di restare a guardare. Sarà per i sapori di una vetrina mondiale del gusto come Expo: in ogni caso, la Milano calcistica ha fame e punta a tornare al più presto a sedersi al tavolo principale.