Pane e Giana Erminio

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Conosciamo meglio la squadra del momento in Legapro, la Giana Erminio squadra di Gorgonzola

Una delle parole più abusate nel mondo del calcio contemporaneo è “programmazione”. Pensando a questa parola, vengono subito in mente il Barcellona e le altre grandi d’Europa. In Italia, “programmazione” viene utilizzata molto (troppo?) spesso per riempirsi la bocca e per fare credere che si sta lavorando bene, anche se magari la gestione non è ottimale.

Per cercare una delle squadre più “programmatiche” d’Italia bisogna spostarsi in Lombardia e più precisamente nel Milanese. No no, non ci stiamo riferendo ne’ al Milan e ne’ all’Inter (squadre che ultimamente hanno girato un po’ troppo intorno alla parola “programmazione”) ma dobbiamo spostarci nella Martesana e più precisamente a Gorgonzola. Nella cittadina che ha dato il nome (e i natali) al celeberrimo formaggio erborinato, c’è una realtà calcistica che sta entusiasmando non solo la città, ma tutti gli appassionati di calcio. Il nome di questa realtà è molto particolare, in quanto è l’unica squadra calcistica professionista ad avere per “ragione sociale” il cognome ed il nome di una persona: la Giana Erminio.

Nata nel 1909 come Unione Sportiva Argentia, la squadra prese il nome ufficiale attuale nel 1947 in memoria di un ragazzo del posto perito da alpino nella Prima guerra mondiale, Erminio Giana.

Il sodalizio ha militato sempre nei campionati dilettantistici regionali e provinciali fino al termine del campionato 2013/2014, quando la squadra bianco-celeste-nera vinse il torneo di Serie D, venendo promossa per la prima volta nella sua centenaria strada tra i professionisti. La Giana vinse il terzo campionato in tre anni (Promozione-Eccellenza-Serie D).

Nonostante la sconfitta di giovedì contro il Pontedera ha posto fine a nove risultati utili consecutivi (e che ha visto tornare a casa la squadra da una trasferta con zero punti dopo sei mesi), a oggi la Giana Erminio è quinta nel girone A di Lega Pro e ha ipotecato la sua partecipazione ai play off di promozione in Lega B. Un sogno per una squadra del tutto particolare. Perché le particolarità sono tante alla Giana, a partire dai vertici societari. Stiamo parlando di Oreste Bamonte, Cesare Albé e Angelo Colombo (omonimo dell’ex calciatore del Milan di Sacchi), rispettivamente presidente, allenatore e direttore sportivo del club: Bamonte, imprenditore caseario, è al timone del club dal 1985, Albé (un passato da impiegato) lo guida in panchina dalla metà degli anni Novanta mentre Colombo, tra campo e scrivania, è nel giro della Giana da quarant’anni. Tre bandiere in un calcio troppo mordi e fuggi e che brucia tutto e tutti, tanto da rendere la squadra di Gorgonzola una particolarità senza eguali alle nostre latitudini.

Albé è attualmente il tecnico più longevo del calcio nazionale, visto che da ventidue stagioni siede sulla stessa panchina, guidando la squadra dalla Promozione al sogno della seconda serie nazionale. Nonostante la squadra abbia militato sempre tra la quinta e la sesta serie calcistica, il rapporto d’amore (e di lavoro) tra il tecnico ed il club di Bamonte è sempre proseguito per il meglio, fino ai risultati odierni. Partito dal posto fisso in azienda e con l’hobby del “mister”, Albé è considerato a Gorgonzola alla stregua di un vate ed è apprezzato anche dagli altri colleghi. Bamonte ha 78 anni, Albé sessantaquattro e Colombo sessanta. Come dire: se vuoi programmare, a gente navigata ti devi affidare.

Ed eccolo il miracolo Giana Erminio: 60 punti in classifica (in trentacinque partite fin qui disputate), 54 gol fatti e differenza reti di +14, con in squadra nessuna star, ma tanti giovani con tanta voglia di fare bene e che provano a sognare in grande. Gli unici giocatori con esperienza di categoria (anche superiore) sono il portiere Sergio Viotti, il centrocampista Alex Pinardi e l’attaccante Salvatore Bruno. Per il resto, una squadra che sta meravigliando tutti.

E sono tanti i giocatori che stanno danno quel quid in più alla Giana: dai calciatori-lavoratori Marco Biraghi e Aldo Ferrari a Daniele Pinto, da Simone Greselin a Luca Tremolada, da Simone Perico a Simone Bonalumi, da Tommaso Augello a Matteo Marotta (con capitan Biraghi, l’unico presente in rosa fin dalla vittoria, sei anni fa, del campionato di Promozione) e alla sorpresa dell’intera rosa, il ghanese Gullit Asante Okyere, uno dei tre stranieri della squadra (gli altri sono lo spagnolo Pablo Sanchez e Samuel Appiah, anch’esso ghanese). Ed uno dei giovani più interessanti, il terzino Matthias Solerio, a gennaio ha fatto il salto di categoria passando all’Avellino.

Nonostante il nome “pesante”, Gullit fino alla scorsa giocava (e segnava) nei dilettanti bresciani della Grumellese ed era uno dei giocatori più interessanti del panorama dilettantistico lombardo, senza però aver mai fatto il balzo professionistico. La Giana Erminio lo ha portato in Lega Pro e lui sta ringraziando tutti per la fiducia con sei reti realizzate, secondo marcatore della squadra dopo Sasà Bruno, classe 1979 e all’attivo già sedici gol in campionato (terzo in classifica al pari di Moscardelli e Brighenti, dietro agli alessandrini Gonzalez e Bocalon). L’attaccante napoletano, da venti anni professionista, conta anche quindici presenze in Serie A, novantotto reti in cadetteria ed insieme all’attuale compagno di squadra Alex Pinardi è stato il faro del Modena per quattro stagioni (tra il 2006 ed il 2010) in cadetteria.

Ne ha fatto di strada questa squadra dal nome inusuale ma che con saggezza, senza proclami e tanta programmazione sta realizzando un qualcosa di impensabile anche solo tre stagioni fa quando, al primo campionato di Lega Pro, giocò quasi tutto il campionato al “Brianteo” di Monza per l’inagibilità del “Comunale” (dalla sua fondazione campo della squadra di Bamonte) e che ora è un piccolo gioiellino di quasi 4 mila spettatori.

Alla fine del campionato mancano ancora tre partite, dopo di che inizierà per la Giana (come per altre ventisei squadre tra i tre gironi di Lega Pro, più la vincitrice della Coppa Italia di categoria) il lungo (per chi arriverà fino in fondo) cammino che vedrà la promozione di una sola squadra nel campionato cadetto, insieme alle tre squadre vincitrici dei tre gironi. O la va o la spacca, ma comunque andrà a finire la storia non finirà qua. Perché dove c’è programmazione c’è spettacolo e tutto ciò va a braccetto con passione, amore per il gioco del calcio e voglia di scrivere una piccola porzione di storia. E quando si parte dai campetti di provincia e si arriva a battere la “corazzata” Alessandria in casa (dove non perdeva da un anno), sognare non costa nulla.