Dall’Italia alla NBA: Paul Eboua cerca spazio, ma non è il solo

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Date le circostanze straordinarie degli ultimi periodi, alcune delle modifiche necessarie allo svolgimento della stagione NBA sono quasi passate sottotraccia. Una di queste è, senza dubbio, l’assenza della Summer League. Competizione amichevole estiva, come suggerisce il nome d’altronde, permette da anni alle franchigie di schierare i giovani a roster, quelli appena draftati e quelli da valutare in chiave futura.

Non giocarla non sarà certo una tragedia per i prospetti chiamati con le scelte più alte del Draft 2020, ma potrebbe rappresentare un brutto colpo per tutti quei giovani chiamati in coda al Draft o che hanno firmato un contratto parzialmente garantito senza passare dalla notte delle scelte.

Uno di questi è Paul Eboua, ragazzo di origini camerunensi che nel 2015 è approdato in Italia, e da allora è cresciuto tra Stella Azzurra, Roseto, Pesaro, e di nuovo Stella Azzurra fino alla recente chiamata dei Miami Heat. L’obiettivo era il Draft, ma, nonostante non sia stato selezionato, la franchigia gli ha offerto comunque un contratto di tipo Exhibit 10. Si tratta di un accordo non del tutto garantito che potrebbe essere convertito in un Two-Way, che gli permetterebbe di alternarsi tra la prima e la seconda squadra, in G-League.

E’ proprio a giocatori come lui che la Summer League fa solitamente tremendamente comodo. Giovani che invece quest’anno dovranno sgomitare per un posto direttamente ai training camp delle squadre, al fianco uomini ormai professionisti nella NBA da diversi anni. In ogni caso, Eboua ha tutte le carte in regola, soprattutto fisicamente, per impressionare i dirigenti degli Heat.

Fabiano Corona
Fabiano Corona, redattore di SportPaper.it e di Sport Paper TV, esperto di calcio italiano ed estero