Van Basten – Il “cigno” s’è ammattito?

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Il “cigno” s’è ammattito?

L’essere abitudinari nella vita è una cosa che a molti non piace: ogni giorno, per tutti i giorni gli stessi gesti, le stesse azioni. “Che barba, che noia” diceva Sandra Mondaini, scalciando a letto le coperte mentre il marito Raimondo Vianello si apprestava a leggere il solito quotidiano sportivo. Quante coppie si lasciano per la metodicità e l’abitudine di fare sempre le solite cose: o si è entrambi abitudinari o la vita do coppia è dura.

Da tempo si parla di riformare il gioco del calcio e negli ultimi anni qualcosa si è mosso. Qualcosa di “eccentrico”, ma anche qualcosa di epocale: l’arbitro che delimita con dello spray la barriera e la palla prima di un calcio piazzato; il Mondiale di calcio a 48 squadre a partire dall’edizione 2026; l’introduzione della gol-line tecnology (GoalRef, Hawk-eye, Goalcontrol 4D); l’utilizzo della VAR (Video Assistant Referee) per analizzare i fuorigioco; l’introduzione del time out tecnico di due minuti alla mezzora di ogni tempo.

E’ giusto mettere un po’ di pepe allo sport più bello del Mondo, ma Marco van Basten,mercoledì scorso, ha deciso di cospargere di sale il mondo del calcio. L’ex attaccante del Milan e della Nazionale olandese, dal 23 settembre scorso delegato per le riforme tecnologica su nomina del Presidente della FIFA, Gianni Infantino. E l’ex “cigno di Utrecht” ha preso troppo alla lettera l’incarico presentatogli dal Presidente della Federcalcio mondiale. Cosa ha detto l’ex numero 9 di Utrecht di così tanto particolare? Ha lanciato otto-proposte-otto su come riformerebbe il mondo del calcio. Otto idee rivoluzionarie che, secondo il suo pensiero, serviranno a rendere più interessante quello che è lo sport più seguito (e amato) del Mondo. Se alcune idee sono condivisibili (o comunque se ne può discutere), altre sono a metà tra il fuori luogo e l’ambito di altri sport. Come dire: una summa di idee che se pronunciate da un qualsiasi avventore di un bar sport potrebbero avere un senso ma non da uno che è stato uno dei più grandi calciatori degli anni Ottanta e ora è diventato un “addetto ai lavori”. Per carità, ogni proposta deve essere esposta ma da uno come van Basten non ci si aspettavano proposte così assurde.

Vediamo quali sono queste otto proposte di Marco van Basten:

  1. abolizione del fuorigioco;

  2. penalità a tempo al posto del cartellino giallo;

  3. shoot out in sostituzione dei calci di rigore dopo i tempi supplementari;

  4. tempo effettivo solo negli ultimi dieci minuti di gioco;

  5. solo il capitano di una squadra può protestare contro l’arbitro;

  6. numero massimo di falli per partita prima di incappare in un’espulsione;

  7. meno partite da giocare durante il corso di un anno solare;

  8. più sostituzioni durante il corso di una partita

Analizziamo (anche scherzandoci sopra) queste otto proposte.

Il fuorigioco è il fulcro di un partita: secondo il regolamento dell’AIA, si fischia il fuorigioco ad un giocatore se “una qualsiasi parte della testa, del corpo o dei piedi è nella metà avversaria del terreno di gioco (esclusa la linea mediana) e una qualsiasi parte della testa, del corpo o dei piedi è più vicina alla linea di porta avversaria rispetto sia al pallone, sia al penultimo avversario“. In base all’idea di van Basten, una partita di calcio diventerebbe una partita di calcetto dove, viste anche le ridotte dimensioni del campo, l’arbitro non fischia quel tipo di infrazione. Quanti gol sono stati annullati per presunto fuorigioco? Quanti gol sono stati convalidati in netta posizione di fuorigioco dell’attaccante di turno? Abolendolo significherebbe che per novanta minuti ci sarebbe costantemente uno-due attaccanti nell’area avversaria ad attendere il rilancio lungo dei compagni. Van Basten sostiene che togliere l’off side significherebbe alzare il livello dello spettacolo e, di conseguenza, di gol segnati in una partita. Secondo lui, oggigiorno, il calcio sembra la pallamano: Marco, questa idea sembra invece una cosa insensata e fuori…luogo, più che in fuorigioco.

Ogni qualvolta che un giocatore commette fallo su un avversario, l’arbitro in base alla sua decisione (e alla gravità del fallo) decide di punire o meno l’autore del fallo o con una ramanzina o con un cartellino giallo/rosso. In caso di doppio giallo nei novanta minuti c’è espulsione, mentre più cartellini gialli presi in più partite portano alla diffida e alla squalifica per una giornata. Il punto 2 della “Van Basten agenda” consiste nell’introduzione delle ammonizioni a tempo, con l’idea di favorire lo spettacolo (‘a ridaje) anche quando in campo ci sono anche meno diciannove giocatori (o anche meno). L’idea di van Basten prevede sì di utilizzare il cartellino giallo, ma ad ogni “giallo” preso il giocatore dovrebbe uscire per un tempo che varia dai cinque ai dieci minuti per poi ritornare in campo, lasciando la squadra in inferiorità numerica per quel lasso di tempo

Peccato che non abbia pensato a come giocherebbe la squadra con il giocatore in meno, visto che farebbe il conto alla rovescia nell’aspettare il ritorno in campo del giocatore ed impoverendo la qualità dell’incontro. Calcio come basket e rugby, quindi. Ricordiamo a Marco van Basten che il calcio non è il basket o il rugby, sono sport diversi ed incompatibili. E pazienza se alcuni tifosi (o giornalisti) sostengono che un fallo non da rosso o da giallo sia da “arancio”. Ma un conto siamo noi a dire queste cose, un conto uno che ha l’incarico dell’olandese.

Come sappiamo se in una doppia sfida o in una secca il risultato è in parità, dopo i supplementari, si tirano i calci di rigore: ogni squadra ha a disposizione cinque tiri a testa e vince chi ne sbaglia meno. Marco van Basten propone di eliminare la “lotteria” e di introdurre gli shoot out. Questo tipo di rigore è particolare: un giocatore parte da 25 metri palla al piede e si dirige verso la porta con il portiere che gli potrebbe andare incontro, con il primo che scartare l’estremo difensore avversario e segnare. Van Basten propone sempre cinque tiri per squadre ma il tempo a disposizione sarà di otto secondi, dopodiché sarà annullato. Lo shoot out è una vecchia conoscenza del calcio, visto che erano stati già utilizzati in alcune partite del campionato americano anni fa e nei tornei estivi italiani. Persino nella Major League Soccer, l’erede della NASL che li aveva introdotti, hanno capito ben sedici anni fa che sono una cosa inutile. Nonostante ci abbiamo impiegato quattro anni a capirlo.

Se verranno introdotti, lo spettacolo ne potrebbe giovare ma in questo modo ne verrebbe meno la suspence e la tecnica. Al contrario, avrebbe un senso abolire i supplementari e passare subito ai calci di rigore come nell’idea di Infantino per i Mondiali del 2026, ma Un conto è un torneo estivo dove devi dare spettacolo, un conto è una finale di Champions League (o di qualsiasi altra manifestazione calcistica) dove ci si gioca la storia e la carriera.

Sul punto numero 4 si può parlare: tempo netto negli ultimi dieci minuti di gioco. Ovvero dal minuto 80 al minuto 90, ogni volta che ci sarà un’interruzione di gioco (fallo, ammonizione/espulsione, soccorso di un giocatore infortunato etc.) il tempo si fermerà al momento del fischio dell’arbitro e riprenderà quando la palla tornerà in gioco. Questa idea permetterebbe la fine delle perdite di tempo da parte delle squadra in vantaggio a scapito dell’avversaria, oltre a togliere i minuti di recupero, l’extra-time. Così facendo, lo spettacolo potrebbe giovarne evitando quella “melina” che non va già agli avversari di turno e ai tifosi.

Gli ultimi dieci minuti di gioco diventeranno come una partita di basket. Peccato che gli ultimi 600 secondi di gioco possano diventare lunghissimi. Idea apprezzabile, ma perché non applicarlo a tutto il corso della partita? Forse perché sennò invece di novanta i minuti passerebbero ad almeno il doppio, se non il triplo?

Il quinto punto è una regola che sarebbe attiva da tempo: solo il capitano può protestare ed interagire con l’arbitro in campo. Ciò significherebbe che l’arbitro non verrà più accerchiato dai giocatori ma solo da colui che li rappresenta. Questo implicherebbe che i portieri non potranno più essere i capitani di una squadra: pensate ad un estremo difensore che va dall’arbitro a protestare per un rigore non fischiato…cento metri più avanti di lui, dovrebbe farsi cento metri e confrontarsi con lui senza aver visto bene l’azione contestata. Questa proposta potrebbe comunque un senso.

Il punto 6 è macchinoso, ma anche questo avrebbe un senso: dopo cinque falli commessi, un giocatore verrebbe espulso. In pratica, la continuazione del punto 2.

Anche il settimo punto è condivisibile: ridurre le partite di un calciatore durante il corso di una stagione. In media, un calciatore di alto livello gioca sulle ottanta partite all’anno, mentre van Basten vorrebbe che arrivassero a 50. Assistiamo a partite tutto l’anno, ad ogni latitudine ed i tifosi si lamentano se i propri giocatori si infortunano e stanno fuori tanto tempo. Il che significherebbe meno squadre per campionato. Verrebbe realizzato il sogno di vedere ad esempio una Serie A a diciotto se non a sedici squadre anziché venti o ventidue come come la Lega B. Più qualità e spettacolo in luogo di stanchezza ed infortuni. Anche questa è un’idea condivisibile.

L’ottavo, ed ultimo, punto sarebbe una manna per gli allenatori di ogni squadra: sei cambi per squadra invece degli attuali tre. Van Basten vorrebbe che i cambi siano, come dire, “volanti” cioè senza interruzione di azioni (vedere punto 4) ma ciò sarà difficile da attuarsi. A dire il vero una grande novità è stata effettuata durante la finale tra Real Madrid e Kashima Antlers dello scorso Mondiale per club FIFA, quando gli spagnoli sono stati i primi a compiere il quarto cambio, gettando nella mischia Morata al posto di Cristiano Ronaldo al minuto 112. Questo però solo ed esclusivamente nei supplementari. Un cambio potrebbe andare, ma di più sarebbero veramente troppi e ciò intaccherebbe il livello qualitativo della partita.

Un altro punto riguarda i giovani e gli over 45: le partite di queste categoria di calciatori non si dovranno più svolgere sui campi regolamentari 110×75 ma su campi ridotti e non 11vs11 ma 8vs8 come avviene tra le formazioni dei piccoli. Questa proposta non ha suscitato molte polemiche, anche perché il calcio che conta (che fa business, per intenderci) non riguarda queste tipologie di partite.

Il mondo del calcio è spaccato sulle proposte dell’ex bomber del Milan. E gli epiteti scurrili nei suoi riguardi non sono stati pochi.

I cambiamenti in ogni cosa devono esserci, ma devono avere un senso altrimenti diventano solo boutade, con annesse derisioni da parte di tutti.

Come visto, alcune proposte sono applicabili o comunque ci si può mettere a un tavolo e parlarne, mentre altre veramente sono inconcepibili. E fa specie che a proferirle sia stato uno con un passato calcistico come pochi.

I posteri ci diranno se un domani queste proposte verranno prese in considerazione dal massimo organo calcistico mondiale. Un (grande) conto è un Mondiale a 48 squadre, un conto è togliere il fuorigioco. Che cercassero di non stravolgere lo sport più bello del Mondo. Grazie.