Alessandro Florenzi, esterno dell’AS Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni in occasione di uno speciale Sky. Il numero 24 giallorosso ha parlato del suo amore per il calcio e di come sarebbe stata la sua vita senza. Queste le sue parole:
“Sono contento di fare questo mestiere. Non so cosa avrei fatto d’altro, forse il barista, perché lo fanno un po’ di miei amici. Scherzo, non so, ma penso che avrei lavorato nel mondo della ristorazione”
Il ricordo dell’infanzia:
“Il primo ricordo, se penso al calcio, è legato a quando giocavo da bambino nella Pozzolana, al centro sportivo di Acilia, dove i miei genitori avevano il bar. Il pallone è la cosa che mi ha accompagnato per primo nella vita”
Il suo rapporto con il calcio:
“Per me è stato sempre importante il valore della squadra, il valore del gruppo, soprattutto, è la cosa che secondo me ti fa vincere o perdere un campionato, piuttosto che una competizione. Il futuro del calcio italiano sono sicuramente i giovani. Io ho 26 anni, sono nella fase di stallo tra giovane e vecchio, diciamo. Ci sono tanti giocatori bravi che stanno crescendo e questo fa sicuramente piacere per un sistema che sta avendo una buona rinascita. Penso che la frase dello scrittore uruguaiano Eduardo Geleano, ‘per spiegare a un bambino cos’è la felicità gli darei un pallone per farlo giocare’, sia perfetta per spiegare il concetto di gioia. Questo è quello che il calcio mi ha dato. Io sono felice quando ho un pallone tra i piedi”