De Rossi: “Dybala? Dire oggi che rimane è un boomerang. Con Ghisolfi abbiamo le stesse idee”

Il tecnico parla a 360 gradi del progetto giallorosso

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DANIELE DE ROSSI CARICA PAULO DYBALA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Oggi alle ore 12 è andata in scena al Circolo Canottieri Aniene la consegna dei premi Ussi Roma 2024, riservato alle personalità dello sport che si sono distinti nel corso della stagione. Tra gli atleti che hanno ricevuto il riconoscimento spiccano gli allenatori Daniele De Rossi e Alessandro Spugna (tecnico della Roma Femminile).

De Rossi: “Siamo all’inizio di tutto il percorso. Non è il risultato dell’Atalanta che non ci ha portato in Champions ma i nostri”

Il tecnico della Roma si è fermato a rispondere ad alcune domande dei giornalisti riguardo alla stagione appena conclusa, ecco le sue parole:

La maglia della Roma è una seconda pelle. Il tuo sogno era allenare la Roma, partiamo dalla chiamata dei Friedkin. 

“Scusate la voce ma il giorno dopo la partita è sempre debole. Non mi hanno telefonata ma hanno mandato un messaggio su Whatsapp e mi è stato comunicato il luogo e l’ora dell’incontro. Sono andato con entusiasmo e con un pizzico di paura. La situazione non era delle più semplici. Siamo alla fine della prima parte di percorso. Sono onorato di aver allenato la mia squadra del cuore, ma siamo all’inizio di tutto il percorso e di quello che andremo a a fare nei prossimi anni sperando sia sempre più positivo”

Hai raccolto un’eredità importante.

“Quando le cose vanno meno bene mi trattano com’è giusto che sia. Non ho sostituto Mourinho ma ho continuato il suo lavoro portando le mie idee. Non dobbiamo fare paragoni ma sto cercando di fare il massimo. L’ultimo mese ci lascia l’amaro in bocca perché non abbiamo raggiunto quel sogno che sembrava alla portata. Il giudizio però di questi mesi è positivo. Sto già pensando al futuro. Non è il risultato dell’Atalanta che non ci ha portato in Champions ma i nostri. Eravamo molto lontani quando siamo arrivati. Eravamo partiti in quarta poi mi è mancato qualcosa. Stiamo lavorando ma non iniziamo oggi. Già nelle ultime settimane avevamo iniziato a programmare per riportare la Roma dove è sempre stata. Era superiore a livello di classifica e dobbiamo ritrovare quel piazzamento nelle zone alte”.

Ti augurano la carriera di Capello. 

“Lui mi ha lanciato quindi mi piacerebbe rilanciare un ragazzo di 18 come ha fatto con me. Ha girato tanto e vinto molto. È in augurio che fa piacere. È la seconda volta che prendo questo premio, sono passati 10 anni. È stata premiata una ragazza del 2007 e mi sento vecchio. Mia figlia è del 2005, questo secondo lavoro mi dà la possibilità di trasformarmi da calciatore vecchio ad allenatore giovane. Ho grande voglia ed entusiasmo. Pensiamo a ripetere la mia carriera da calciatore che è stata di livello altissimo. Difficile rifarla tutta nello stesso club per quanto ci si stufa presto degli allenatori, vorrei arricchirla con trofei, restando sempre alla Roma mi sono privato di qualche trofeo. Con un bel progetto possiamo tornare ad alzare qualche coppa”.

Su Dybala

“Bisogna sempre essere pronti. Mi dicevano che aveva spesso problemi fisici. Quando sono arrivato è sempre stato il primo ad andare forte in allenamento. Gli abbiamo chiesto di andare a rincorrere qualche giocatore e ha dato grande disponibilità e sono sono soddisfatto del rapporto con lui. Mi tengo stretto tutti i miei giocatori. Adesso non diremo nulla a voi. Però è il momento di fare non di dire. Nel calcio si fanno dei progetti che vengono scombussolati dalle decisioni del calciatore o del procuratore. Dire oggi questo rimane è un boomerang. Dobbiamo essere bravi anche dal punto di vista della comunicazione.”

Quando arrivi sesto il bilancio è sufficiente perché non è stata disastrosa ma si poteva fare meglio.

“Volevamo riportare la Roma in Champions e in finale. Penso che siano state fatte le cose nella maniera corretta e bisogna farle adesso nella maniera corretta per salire di livello.”

Quanto è distante questa Roma dalla sua Roma?

“Quando un allenatore subentra e trova una squadra creata da un altro allenatore, per forza di cose è un po’ distante dalla mia idea. Non ci sono allenatori che hanno le stesse idee. Quello che mi piace è che ho le stesse idee della società. Ci siamo confrontati su quello che dovremmo fare, con il DS abbiamo le stesse idee, abbiamo parlato anche ieri con Lina. Non sempre tutte le idee sono facile da portare a termine, ma abbiamo piani b-c-d. Io sono fiducioso, ma dobbiamo ancora entrare nel merito.”

Eri arrabiato per la partita di ieri sera?

“In settimana l’avevamo preparata tanto dal punto di vista mentale. Non contava nulla per la classifica ma devi vedere come si comportano i gocatori in campo, va rispettata la competizione e i tifosi che sono venuti a vederci. Ho visto giocatori che hanno rispettato la partita, che forse è anche più preoccupante. Abbiamo fatto una partita giusta ma al di sotto delle nostre potenzialità, sulla stessa linea di altre partite che non abbiamo affrontato nella maniera migliore.”

Quale caratteristiche vuole vedere nella sua Roma?

“Sono io quello che deve dare gli strumenti ai giocatori. Voglio dargli qualcosa in più, metterli nelle condizioni migliori. C’era un periodo in cui sembrava tutto perfetto, ma c’erano dei problemi anche il quel momento che i risultati hanno coperto. Alla gente restano le ultime partite. Anche a noi resta questo sapore di agrodolce per il finale di campionato, non per ieri sera che era una partita particolare decisa tra l’altro da un giocatore che doveva essere espulso due minuti prima. Siamo arrivati con le pile scariche, dobbiamo far si che questa squadra arrivi in fondo a tutte le competizioni. Parliamo sempre dell’Atalanta ma per me quello è il modello.”

Marcello Prignano
Redattore per sportpaper.it, esperto di calcio italiano ed estero